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15/07/2011 09:01:47

Tentata rapina al negozio cinese di Mazara. Due arresti

Come emerso nelle indagini svolte dai militari dell’Arma, i due giovani sono gravemente indiziati, in concorso tra loro, dei delitti di “tentata rapina aggravata” e “porto abusivo di arma bianca”.
Il colpo era stato tentato il 27 dicembre scorso verso le 21:00, in danno di un negozio di abbigliamento di Mazara del Vallo, i cui proprietari e gestori sono una coppia di immigrati cinesi da diversi anni residenti in Italia.
Approssimandosi l’orario di chiusura e non essendoci più clienti, due ignoti malviventi armati di coltello e con il viso coperto da passamontagna - agendo con una condotta particolarmente rapida e dalla stessa A.G. definita “aggressiva” - avevano fatto irruzione nel negozio intimando ai proprietari la consegna degli incassi sotto la minaccia dell’arma bianca.
Poiché la negoziante cinese aveva reagito d’istinto urlando e correndo verso il telefono con l’intenzione di chiamare i soccorsi, uno dei due rapinatori l’aveva bloccata trattenendola con forza per un braccio e tappandole la bocca, mentre l’altro si era avventato contro il marito tentando di incappucciarlo con un sacco di stoffa, e per di più strattonando anche il piccolo figlio della coppia, di soli 6 anni, che fortemente impaurito e piangente si aggrappava alla gamba del padre.
L’uomo riusciva però a svincolarsi, cosicché la resistenza da egli opposta e le urla lanciate dalla moglie e dal figlio inducevano i rapinatori a rinunciare al loro proposito e a darsi alla fuga a bordo di un autoveicolo e con il viso ancora coperto.
Tra l’altro, come successivamente refertato dai medici dell’Ospedale Abele Ajello, a seguito dell’aggressione la negoziante cinese riportava delle escoriazioni al mento giudicate guaribili in 3 giorni di prognosi, mentre il figlio uno “stato ansioso” guaribile in 2.
Dopo la fuga dei rapinatori le vittime allertavano i Carabinieri di Mazara del Vallo, i quali, intervenuti immediatamente sul luogo del delitto ed effettuato un sopralluogo tecnico, raccoglievano delle tracce poi rivelatisi determinati alle articolate indagini per l’identificazione dei malviventi.
Nel corso dell’attività investigativa i militari hanno anche accertato la commissione di azioni intimidatorie, commesse per conto di Giovanni ESPOSTO da terzi soggetti a lui vicini, i quali hanno avvicinato e minacciato verbalmente persone che avrebbero potuto fornire informazioni e dettagli utili agli inquirenti. Per tali fatti il G.I.P. di Marsala, nella propria ordinanza, ha contestato al solo ESPOSTO anche il delitto di “minaccia aggravata”.
Dopo la notifica del mandato a loro carico, gli arrestati sono stati ristretti agli arresti domiciliari nelle rispettive abitazioni, in attesa di interrogatorio e degli sviluppi processuali.