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14/07/2011 07:12:35

Sequestrati beni per 30 milioni di euro all'imprenditore di Castellammare del Golfo Giuseppe Pisciotta

- il 50% del capitale sociale, nonché il complesso dei beni aziendali della Calcestruzzi Castellammare s.r.l., con sede in Castellammare del Golfo;

- il capitale sociale, nonché il complesso dei beni aziendali delle società Scopello Costruzioni s.r.l., CO.SI. s.r.l. e Del Ponte s.r.l., tutte operanti nel settore delle costruzioni edili, con sedi in Castellammare del Golfo;

- la quota sociale nella LA Ferula s.r.l., con sede a Castellammare del Golfo, avente ad oggetto la promozione, la propaganda e sviluppo nello sport;

- 35 appezzamenti di terreni siti in aree edificabili di note località;

- 12 fabbricati di recente realizzazione;

- 9 autoveicoli/motoveicoli;

- 6 società di capitali ( capitale sociale e capitale aziendale);

- 11 deposti bancari;

- 10 polizze assicurative;

- 5.246 quote di fondi d’investimento.

Il valore complessivo dei beni in sequestro è di circa 30 milioni di euro.

11.45 -Ecco il resoconto della Dia su Pisciotta e Saracino:

Il PISCIOTTA Giuseppe, assai noto nella provincia di Trapani, risulta legato indissolubilmente a SARACINO Mariano, cl. 1947, detenuto, più volte condannato, con sentenze passate in giudicato, per associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione ed altro. Come si rileva dalla lettura delle sentenze di condanna, che sostanzialmente hanno dato riscontro alle risultanze investigative esperite nell’ambito delle note operazioni denominate “Arca” e “Tempesta”, il SARACINO è un imprenditore che ha svolto la sua attività sfruttando in ogni modo le potenzialità del c.d. “metodo mafioso”, attraverso l’illecita ingerenza nel settore degli appalti pubblici.

PISCIOTTA, sin dagli anni settanta, è stato socio fedele del SARACINO in tutte le attività d’impresa da questi avviate e gestite. Le imprese del duo SARACINO-PISCIOTTA, grazie ai favori di cosa nostra, hanno potuto, nel tempo, espandere in modo esponenziale la propria attività imprenditoriale, economica e patrimoniale. Seppure il predetto sia sempre uscito indenne da tutte le vicende giudiziarie che lo hanno visto coinvolto, è evidente il coinvolgimento nella intestazione di beni appartenenti alla consorteria mafiosa o al socio SARACINO Mariano.

Dopo le prime traversie giudiziarie di quest’ultimo, il PISCIOTTA, nella veste di amministratore unico delle società agli stessi riconducibili, si è adoperato in prima persona per continuare ad agevolare e favorire le attività illecite poste in essere da detto sodalizio criminale, segnatamente quelle relative all’intestazione fittizia di beni.

In particolare, al PISCIOTTA viene contestato di aver acquistato, attraverso la società CALCESTRUZZI DEL GOLFO srl, su espressa decisione dei vertici della locale consorteria mafiosa, un opificio per il deposito di prodotti cerealicoli destinato ad essere rivenduto ad un prezzo superiore a quello di acquisto, grazie all’intervento diretto di “cosa nostra” cui sarebbero dovute essere destinate le somme derivanti dalle plusvalenze dell’operazione immobiliare.

Ancora, al PISCIOTTA viene contestato di aver ricevuto, unitamente al SARACINO Mariano, proventi illeciti derivanti dalla cessione di una società, dagli stessi occultamente gestita, beneficiaria di finanziamenti comunitari.

Sotto il profilo patrimoniale, oltre alla dimostrata sperequazione fra redditi e patrimonio, il Tribunale di Trapani - Sez. Mis. di Prev. - ha ritenuto illeciti i redditi percepiti dal PISCIOTTA (costituiti prevalentemente da utili societari e compensi di amministratore), in quanto le società da questi amministrate avrebbero operato nel tessuto sociale castellammarese in modo da avvantaggiarsi sfruttando il metodo mafioso.

9,00 - La festa della Patrona della sua città, Castellammare del Golfo,  non gli ha portato certo bene. La Direzione Investigativa Antimafia , ha sequestrato i beni dell’imprenditore Giuseppe Pisciotta 68 enne  operante nel settore edile e della produzione e commercio di conglomerati di cemento. Secondo la Dia : "PISCIOTTA Giuseppe ha potuto espandere la propria attività imprenditoriale grazie ai “favori” di cosa nostra, sfruttando il legame ininterrotto con il suo socio in affari SARACINO Mariano, cl.1947, mafioso, in atto detenuto; nonché le potenzialità del “metodo mafioso”, attraverso l’illecita ingerenza nel settore degli appalti pubblici". Secondo i magistrati anzi il Pisciotta in certi casi era "mero prestanome" di Saracino, come nel caso delle quote della Calcestruzzi Castellammare Srl, la cui confisca è stata disposta nel 2009 al termine del processo a carico di Saracino e Diego Melodia, della famiglia mafiosa di Alcamo.

Mariano Saracino fu arrestato nel 2009 all'ospedale San Raffaele di Milano, dove si era ricoverato. Era già stato arrestato nel 2004, nel corso dell’o per azio ne “Tempesta”, che aveva portato in carcere ben 23 affiliati di “Cosa Nostra”.

Il Provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Trapani, su proposta del Direttore della D.I.A., Dirigente generale di Pubblica Sicurezza Dr. Alfonso D’ALFONSO.

Il sequestro ha interessato alcune società, molti terreni, beni immobili, depositi bancari, veicoli ed altro, per un valore complessivo di oltre 30 milioni di euro.