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29/06/2011 05:03:35

Legambiente: al sindaco di Campobello, Ciro Caravā, l'"Oscar per la demagogia"

“Vogliamo assegnare ironici Oscar alle peggiori minacce che incombono sulle nostre coste – ha dichiarato Sebastiano Venneri, il vice presidente nazionale di Legambiente– per segnalare alcune delle situazioni assurde che continuano a ripetersi in Italia a danno dell’ambiente e della collettività, e segnalare invece, in positivo, tutte quelle esperienze di buona governance del territorio condotte nel nome del bene comune, da sindaci, politici, giudici e liberi cittadini che si impegnano attraverso la tutela dell’ambiente per recuperare pezzi del territorio dal degrado e riportare un po’ di legalità e un po’ di bellezza sulle coste del nostro Paese”.
L’hanno seguita tutti la campagna elettorale a Campobello, anche il TG3 qualche giorno fa ci ha fatto un servizio. E la cosa che non è passata inosservata nemmeno a Legambiente è stata, ovviamente, la promessa del sindaco Caravà di voler salvare dalle ruspe 800 case abusive. Il tutto gli ha fatto conquistare la “statuetta” per la demagogia e l’accostamento a Cetto La Qualunque degli ambientalisti.
Ecco l’estratto del dossier Mare Monstrum su Campobello. “Una campagna elettorale piena di suspence, quella delle ultime amministrative a Campobello di Mazara. I proprietari delle centinaia di case abusive tirate su lungo gli otto chilometri di costa del comune trapanese, se è vero che il sindaco lo hanno rieletto è anche vero che stanno ancora trattenendo il fiato. Perché, nonostante le rassicurazioni, le carte “salva abusi” nascoste nelle cantine degli archivi della Regione Siciliana e che lui è andato a stanare non sono ancora state mostrate.
Ciro Caravà, eletto per la seconda volta alla guida di Campobello di Mazara, ha fatto della prospettiva di una sanatoria generale la sua bandiera elettorale. La sua ferma volontà di risolvere una volta per tutte il problema degli abusivi gli avrebbe permesso di riesumare dai faldoni degli uffici della Regione un decreto datato 1973. Quella carta magicamente trasformerebbe in case legali gli 800 immobili che da decenni sono considerati insanabili perché realizzati entro i 150 metri dal mare, su cui la legge regionale del 1976 impone l’inedificabilità assoluta.
Secondo il sindaco quell’atto era stato “smarrito”, ma certificherebbe l’approvazione del Programma di fabbricato del 1971, in cui gli amministratori comunali di allora avevano previsto una zona di completamento urbano, ovvero zona B, proprio dove sorgono le case contestate di Tre Fontane.
Curioso che per decenni i cittadini di Campobello siano stati lasciati nella ingiusta convinzione di essere dei fuorilegge. Così come è curioso che la Regione Siciliana, approvato il piano, non ne abbia dato notizia e quindi nemmeno una copia al Comune. Dove, a onore di cronaca, giacciono 7.000 pratiche di condono, grosso modo il numero degli aventi diritto al voto.
In attesa del miracolo e della pubblica ostensione del decreto, Legambiente ha verificato a sua volta le carte. E ha trovato il decreto e smascherato il bluff: si riferisce a un altro piano urbanistico, un piano sovracomunale del 1973 (stilato per beneficiare dei fondi post terremoto) che stralcia quelle aree, considerandole “bianche” quindi non assimilabili alle zone B dove sarebbe possibile prevedere nuove edificazioni. Siamo quindi di fronte a una fantasiosa interpretazione dell’amministrazione Caravà. Con buona pace dei suoi cittadini elettori e abusivi.
Intanto a Campobello nei primi giorni di giugno dello scorso anno sono stati arrestati due consiglieri comunali di maggioranza colti in flagranza di reato mentre intascavano mazzette per agevolare delle pratiche edilizie. Già nel 2008 il Ministero dell’interno aveva disposto un’ispezione per presunte infiltrazioni mafiose. Recentemente si è dimesso dal consiglio comunale Antonino Grigoli, nipote di Giuseppe, re dei supermercati in Sicilia, oggi in carcere con l’accusa di essere il prestanome del superlatitante Matteo Messina Denaro. Grigoli è finito sotto indagine nell’operazione antimafia Golem II per aver avuto rapporti con Salvatore Messina Denaro, fratello del boss, oggi in carcere dopo 17 anni di latitanza.”
Anche Mimmo Fontana, presidente regionale di Legambiente Sicilia, mette le cose in chiaro: "abbiamo verificato la fondatezza delle dichiarazioni del sindaco e dei suoi consulenti, e siamo giunti alla conclusione che si tratta di una lettura forzata degli strumenti urbanistici vigenti nel Comune a partire dagli anni 70. Il decreto del 73, in realtà approva il piano comprensoriale del Belice post terremoto e non prevede affatto la possibilità di realizzare case abusive di Capo Granitola e Tre Fontane, anzi quelle aree, sempre nel 73, furono in parte destinate a verde di rispetto della fascia costiera". Ora Caravà è in imbarazzo. Se rescinde la promessa fatta i concittadini ci rimarranno malissimo, e lui perderà l’ambita “statuetta”.
Intanto sull’abusivismo costiero, sul cemento selvaggio, interi litorali violentati dall’avidità di chi vuole una casa sulla spiaggia a tutti i costi,  da anni la Sicilia ha il primato nazionale. Infatti, secondo il dossier di Legambiente, in Sicilia nel 2010 sono stati accertati 682 reati sul demanio e 1041 persone denunciate o arrestate.  E sempre per Legambiente Campobello, Castelvetrano e Realmonte (con Lido Rossello e Scala dei Turchi, prossima a diventare patrimonio Unesco, deturpati con obbrobri in cemento) sono i casi simbolo di vecchio e nuovo abusivismo.

Francesco Appari



Native | 2024-07-16 09:00:00
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