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26/06/2011 11:12:49

Ad Erice è di nuovo scontro tra Tranchida e l'ex assessore Caradonna

Come si ricorderà, l’incompatibilità tra i due per la prima volta si manifestò nell’agosto scorso. La miccia occasionale allora fu innescata (è proprio il caso di dirlo), subito dopo lo scoppio del disastroso rogo che distrusse gran parte della pineta. Per la deludente, secondo l’assessore, organizzazione di uno spettacolo estivo. Una lamentela che provocò una reazione sopra le righe da parte del primo cittadino, che non perse tempo a chiedere le dimissioni con un linguaggio inusuale e certamente con toni non felpati. E che, molto probabilmente, celava la volontà politica di volere aprire le porte ai centristi. Cosa che del resto è avvenuta. Oggi i due ritornano a fronteggiarsi nuovamente a suon di bollenti comunicati, complice forse l’inizio dell’estate. Oggetto del contendere stavolta il divieto ordinato dal sindaco Tranchida ai rivenditori di esporre magliette e gadget satirici sulla mafia. Provvedimento che ha provocato una unanime ostilità da parte dei commercianti della Vetta, tra i quali anche Gianfranco Palermo che, oltre ad essere consigliere comunale del Pd del Comune di Valderice, è stato anche un fedelissimo supporter di Tranchida durante la campagna elettorale.Anche questa volta l’avvocato Giuseppe Caradonna, che è anche un giovane e promettente dirigente provinciale di IdV, non ha avuto dubbi, schierandosi dalla parte dei commercianti.E dell’ordinanza sindacale ne ha subito contestato metodi e tempi. “Anziché emanare un ‘ordinanza – ha scritto- sarebbe stato invece più giusto ed opportuno adottare lo strumento del dialogo. Visto il numero non elevatissimo dei commercianti del centro storico, l’amministrazione ericina avrebbe potuto promuovere ed organizzare, in tempo utile, un incontro con gli stessi negozianti. Aver voluto adottare il provvedimento in esame all’apertura della stagione estiva, determina un significativo danno economico per i commercianti ericini “. Per poi concludere con una stoccata finale chiedendosi se “in tale contesto, sia stata data prevalenza ad una logica propagandistica (ossia quella che determina la volontà di apparire a tutti i costi su TV e giornali ) lasciando ai margini l’effettivo interesse della comunità amministrata la quale, a ben vedere, andrebbe tutelata non dai gadget satirici sulla mafia, ma da ben altri comportamenti illeciti che, come è noto, a vari livelli, interessano l’intera Sicilia” . La replica di Tranchida non si è fatta attendere. Attaccando un pò tutti. All’ex assessore Caradonna rimprovera di non essere abbastanza chiaro chiedendo “a cosa esattamente si riferisca quando parla di mancata tutela della comunità amministrata ‘da ben altri comportamenti illeciti che, come è noto, ai vari livelli, interessano la Sicilia’. Mi auguro che da ‘uomo di legge’, oltre che per coerenza politica, tra una causa politica persa ed un’adulta coraggiosa nuova azione civica, troverà il tempo di recarsi presso l’Autorità Giudiziaria al fine di fare chiarezza”. Del commerciante consigliere comunale Palermo confessa di non avere “molto capito, in particolar quando, a proposito dell’argomento odierno, si lancia in accuse assai generiche. Mi permetto dargli un affettuoso consiglio: è bene che faccia i nomi e i cognomi”. Ma è al comunicato stampa firmato ‘gruppo di commercianti onesti’ offesi per non esser stati consultati che il Sindaco rivolge le maggiori attenzioni sottolineando che “la città non appartiene solo a loro, ma che diversamente rappresenta un patrimonio di tutti e che l’individuale libertà finisce quando comincia con il compromettere quella degli altri. Credo che offeso dovrebbe essere il Sindaco e l’Amministrazione cittadina tutta, che non si è risparmiata in energie ed iniziative per promuovere il riscatto civile e morale di Erice, magari aspettandosi in coerenza l’esposizione, promozione e vendita di una bella maglietta con le foto dei siciliani, tantissimi, che sono morti per combattere la mafia”. Ma Giuseppe Caradonna non è d’accordo con questa impostazione della querelle, precisando di non avere posto in discussione “il contenuto dell’ordinanza sindacale ma i tempi ed i modi di interevento visto che i commercianti ericini si ritrovano ad aver acquistato merce che difficilmente potranno rivendere”  e di non avere “accusato il Sindaco né la sua amministrazione di alcuna omissione ma ho semplicemente evidenziato che i comportamenti pregiudizievoli da contrastare, in tutta la nostra Regione, sarebbero ben altri e non quelli riconducibili ai souvenir o ai gadget in discussione . La verità è  che le affermazioni del Sindaco dimostrano , ancora una volta  come sia allergico alle voci di dissenso, sia particolarmente propenso ad usare espressioni sconvenienti per attaccare i suoi avversari politici eviti infine di citare o scomodare incautamente gli Organi giudiziari i quali, come è noto, si occupano di questioni ben più serie di quelle in discussione”. Scontro, come si vede al calor bianco, che forse prelude ad una campagna elettorale altrettanto accesa.

                                                                                                Franco Lo Re