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17/06/2011 09:21:08

Sequestro di beni a Palermo per 12 milioni di euro

l’esito delle risultanze investigative emerse dagli accertamenti svolti dalla Direzione Investigativa Antimafia di Palermo, disposti, ai sensi della vigente normativa antimafia, dal Direttore della D.I.A., Generale di Corpo d’Armata dei Carabinieri Antonio GIRONE, ha applicato la misura di prevenzione patrimoniale nei confronti di BORDONARO Giuseppe 52enne, palermitano.

Il BORDONARO, da anni, unitamente al padre Salvatore, deceduto, ed ai fratelli Pietro e Benito, opera nel mondo dell’imprenditoria e, in particolare, nel settore della gestione di cave di pietra con produzione e commercializzazione del calcestruzzo, dei conglomerati bituminosi, del cemento, del materiale per costruzioni e del marmo. A tal proposito, si sottolinea che dalla “cava Bordonaro”, anch’essa oggetto dell’odierno sequestro, si estrae uno dei marmi più pregiati e rari, la cd “pietra di Billiemi”.

BORDONARO Giuseppe, infatti, a mezzo delle sue aziende, e di quelle comunque a lui riconducibili, e con i “benefici” derivanti dalla sua appartenenza a cosa nostra, ha consolidato la sua posizione in campo imprenditoriale, nello strategico settore degli appalti, così come emerso dalle attività di indagine svolte nei suoi confronti da questo Centro Operativo, suffragate anche dalle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia DI MAGGIO Baldassare, GANCI Calogero, CANGEMI Salvatore.

In particolare, il BORDONARO era partecipe al cosiddetto “metodo SIINO” in base al quale, così come evidenziato nel processo denominato “mafia e appalti”, cosa nostra controllava il sistema di aggiudicazione degli appalti, a mezzo di un “tavolino tecnico”, del quale facevano parte imprenditori, politici e mafiosi, e che era diretto dal noto Angelo SIINO, il cosiddetto “ministro dei lavori pubblici” di RIINA Salvatore.

A seguito di ciò, con ordinanza di custodia cautelare in carcere, il GIP presso il Tribunale di Palermo aveva disposto la custodia cautelare del padre Salvatore BORDONARO e del figlio Giuseppe, odierno proposto, perché ritenuti responsabili, in concorso con altri, del delitto di associazione di tipo mafioso, finalizzata alla turbativa d’asta.

Dal provvedimento si rileva, ad ulteriore conferma delle dichiarazioni rese dai citati collaboratori di giustizia, che la citata famiglia risulta essere inserita nel sistema di controllo ed aggiudicazione degli appalti pubblici, a mezzo del sodalizio mafioso di appartenenza. Tra l’altro, i BORDONARO – l’odierno proposto Giuseppe, unitamente al padre Salvatore (cl. 1930, deceduto nel 2005) ed ai fratelli Pietro (cl. 1962) e Benito (cl. 1965) - risultano avere effettuato la fornitura del calcestruzzo per la costruzione della “nuova Pretura di Palermo”.

Le vicende giudiziarie che hanno interessato BORDONARO Giuseppe - condannato, con sentenza della Corte d’Appello di Palermo del 2003, divenuta definitiva il 12/04/2007, ad anni 4 e mesi 6 di reclusione per associazione di tipo mafioso - lo hanno indotto a porre in liquidazione tutte le società a lui riconducibili. Nel contempo, le imprese, oggetto di liquidazione o scioglimento, sono state nuovamente costituite, con il medesimo oggetto sociale, ma con la proprietà in capo ai fratelli Pietro e Benito, immuni da pregiudizi penali.

Il vincolo associativo che lega la famiglia BORDONARO a cosa nostra lo si rileva, altresì, dal contenuto di un “pizzino”, rinvenuto in data 5/11/2007 nella disponibilità dei noti mafiosi Salvatore e Sandro LO PICCOLO, riferibile a dei lavori in subappalto effettuati a Punta Raisi (PA), ove si legge testualmente “BORDONARO – PALERMO – tu sai chi è”.

Da ultimo, si evidenzia che, il 2 dicembre u.s., il “Gruppo Interforze”, costituito presso l’Ufficio Territoriale del Governo di Palermo - nel quadro dell’attività di monitoraggio dei cantieri per la realizzazione di importanti infrastrutture (disciplinato dall’art. 5 del Decreto Interministeriale del 14.3.2003) - a seguito della puntuale segnalazione da parte del Centro Operativo D.I.A. di Palermo, ha dato esecuzione al decreto emesso dal Sig. Prefetto di Palermo, in data 26.11.2010, relativo alle operazioni di verifica ed accertamento antimafia dell’attività esercitata dalla I.C.M. INERTI CONGLOMERATI MARMI, oggetto, tra l’altro, dell’provvedimento di sequestro in oggetto.

Quest’ultimo ha riguardato beni immobili, quote societarie e relativo complesso dei beni aziendali di diverse società, disponibilità bancarie, beni mobili (tra i quali autovetture di grossa cilindrata ed una imbarcazione), nella diretta e/o indiretta disponibilità di BORDONARO Giuseppe e della di lui famiglia, quantificabili in oltre 13 milioni di euro.