E' comparso come teste di fronte al sostituto procuratore Di Sciuva. E ha portato alcuni incartamenti.Dagli uffici degli inquirenti tutto tace. Nessun commento ufficiale. Ma è ovvio che, nelle ultime ore, s’infittisce il caso all’interno della Curia di Trapani.«Io - dice Miccichè- ho scoperto gravi illeciti amministrativi che mi hanno portato a sospendere a divinis un presbitero (il sacerdote Ninni Treppiedi ndr), mi sono io rivolto alla magistratura, sono stato io a presentare querela per gravi fatti amministrativi».
Oggi in città, nominato da Benedetto XVI quale “visitatore apostolico”, arriva monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo.«Il mio compito - dice mons. Mogavero - è quello di andare a guardare ogni cosa».
L’ispettore della Santa Sede è stato chiamato a chiarire la vicenda della fusione tra due fondazioni, la Campanile e la Auxilium. Operazione che avrebbe lasciato un buco di circa un milione. Ma la sua attenzione dovrebbe concentrarsi anche sulla gestione amministrativa della Diocesi. La prima questione avrebbe condotto alla sospensione a divinis del sacerdote Ninni Treppiedi, che è stato sentito in Procura.
Treppiedi è stato per circa un anno e mezzo arciprete della città di Alcamo. Da marzo ha lasciato l’incarico. E proprio contro Treppiedi si concentra l'attezione di Micciche. Ecco cosa scrive il quotidiano La Sicilia a proposito delle carte consegnate in Procura dal Vescovo trapanese:
"Ma che "carte" sono? Ieri mattina alcune mons. Miccichè le teneva sul suo tavolo. «Autorizzazioni - spiega - a stipulare rogiti notarili di vendita dove la mia firma apposta in calce è stata scannerizzata da altri documenti». Accanco alla firma del vescovo quella dell'allora direttore amministrativo della Diocesi, don Ninni Treppiedi. Lei non sapeva nulla di tutto questo? «Assolutamente no».
Qualche rogito è stato già annullato, come quello della vendita della piccola chiesa che si trova nel centro storico, Maria Santissima di Custonaci, diventata atelier di pittura, e che quando il vescovo andò a inaugurare non sapeva che i locali erano diventati luogo per esposizione di quadri.
Ma le ricerche fatte agli atti della Diocesi e presso le chiese dove padre Treppiedi ha servito messa a sentire il vescovo hanno fatto scoprire anche altro. «Assegni movimentati in banca di rilevanti importi - dice - intestati alle chiese che finivano col diventare assegni circolari direttamente intestati al sacerdote, auto di lusso comprata e rivenduta». Qualcuna sarebbe finita in Vaticano a disposizione di alti prelati. E a proposito di soldi è saltato fuori anche un conto tenuto dall'ex sacerdote presso lo Ior di Roma. Tra i documenti una nomina presso un Ipab di Alcamo, che però il vescovo Miccichè non sapeva di avere fatto.
E il milione che manca a proposito della fusione delle due fondazioni? «Sono soldi depositati su un conto della Curia, non sono spariti», dice il vescovo.
"Ho accolto la decisione della nomina fatta dal Santo Padre con grande serenità - dice il vescovo Miccichè - perché adesso a fare definitiva chiarezza su questa quesione sarà la chioesa da una parte e la magistratura dall'altra parte. Io resto qui vescovo di questa Diocesi, pastore dei fedeli trapanesi».