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25/05/2011 04:01:34

Libera replica Sgarbi: "In tutta Italia gestiamo solo un bene confiscato alla mafia". Giulia Adamo: "Io sempre contro Giammarinaro"

ha dichiarato: «Rivendico la decisione di non dare quei terreni a Libera. Sono amico di don Luigi Ciotti, ma non credo che ci debba essere il monopolio della gestione dei beni confiscati alla mafia»

Bugia. Libera ha un solo bene confiscato in assegnazione in tutta Italia. E anche la Fondaziona San Vito Onlus di Mazara del Vallo ha ben pochi beni confiscati in gestione, perchè la stragrande maggioranza di essi è inutilizzato e non assegnato, come è il caso dell'oleificio di Partanna dove nei giorni scorsi si cercava Matteo Messina Denaro.

Libera replica duramente pertanto alle parole di Vittorio Sgarbi, spiegando anche il senso della sua mission: "Libera è un coordinamento nazionale di circa 1600 associazioni che,  nel segno della più ampia trasversalità culturale, condividono l’impegno per la giustizia sociale e la legalità. Nasce nel 1995, con la raccolta di 1 milione di firme per sostenere la legge 109 sulla confisca dei beni alla mafia e il loro riutilizzo sociale. Da quel momento Libera ha contribuito, in collaborazione con le Prefetture, i Consorzi di Comuni e altri enti, all’apertura e alla promozione di sei cooperative (tre in Sicilia, una in Calabria, una in Puglia, una in Campania) attraverso bando pubblico, per favorire in quelle regioni, insieme a realtà che si spendono sul territorio come la Fondazione San Vito Onlus di padre Francesco Fiorino, che da anni svolge attività umanitarie e di riscatto sociale promuovendo e gestendo iniziative caritatevoli e assistenziali in ambito diocesano su indicazione della Caritas, l’occupazione e il protagonismo dei giovani.  L’unico bene confiscato che Libera ha avuto in assegnazione è quello di Via IV Novembre a Roma dove si trova la sede nazionale. Per la promozione dei prodotti del marchio “Libera terra” si è costituita “Cooperare con  Libera terra”, una realtà che vede circa 60 soggetti del mondo della cooperazione, “Slow food” e altri enti impegnati a qualificare e sostenere la diffusione di prodotti biologici che hanno un valore  insieme etico e commerciale, dimostrazione di come il bene e l’utile possano coincidere. Anche in Provincia di Trapani si è avviato, in collaborazione con l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la  destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, la Prefettura e il Consorzio trapanese per la legalità e lo sviluppo, il percorso per la nascita di una nuova cooperativa sociale, formata da giovani del territorio selezionati con bando pubblico, che andrà a gestire terreni confiscati nei Comuni di Paceco, Partanna e Castelvetrano. Tra i partner del progetto ci sono la Diocesi di Mazara del Vallo e il Parco archeologico di Selinunte. La proposta avanzata da Libera è stata quella di inserire i terreni di Salemi in questione in questo progetto e non di ottenerne l’affidamento diretto. In conclusione non c’è dunque nessun “monopolio” sulla gestione dei beni confiscati. Il progetto di Libera di contrasto sociale alle mafie attraverso la creazione di posti di lavoro, di percorsi educativi, di investimenti culturali, di scommesse sulle risorse morali di chi non vuole cedere al fatalismo e alla  rassegnazione, si regge da sempre sul “noi”. Con i suoi molti limiti, Libera continuerà ad essere espressione  di corresponsabilità, nella convinzione che la lotta contro le mafie e le “zone grigie” di corruzione e illegalità che le alimentano, si può vincere solo se ciascuno di noi farà la propria parte".

Nel dibattito  su Salemi, la mafia, Giammarinaro, interviene con una lettera aperta ad Oliviero Toscani (principale accusatore di Sgarbi e Giammarinaro), Giulia Adamo, deputato regionale dell'Udc, che svela alcuni retroscena. Pare che fu chiamata da Sgarbi a fare .l'assessore, ma rifiutò: "Nonostante avessi il massimo rispetto nei confronti vostri e delle vostre professionalità, sono stata chiara: in quella occasione ho detto che non avrei potuto fare parte del gruppo perché eravate arrivati al governo della città sostenuti da Giammarinaro. Io sono sempre stata dalla parte opposta a quella espressa dallo stesso Giammarinaro.
Lei ha definito la burocrazia siciliana come la vera mafia, come “un sistema granitico del quale a Salemi Giammarinaro è certamente un punto di riferimento”. Mi sono più volte scontrata apertamente con la realtà cui fa riferimento ed ho ottenuto importanti successi. Oggi sono deputato regionale. Questo traguardo è la migliore risposta alle sue parole: in Sicilia si può lavorare lontano da certi personaggi e certe logiche per il bene dell'Isola e conseguire ottimi risultati.
A questo proposito le confido la mia amarezza per il mancato intervento da parte dell'assessore regionale Massimo Russo, verso cui nutro stima e fiducia, nei confronti del sistema sanitario trapanese. Quello stesso sistema che, come è emerso dalle recenti indagini, sarebbe regno incontrastato di Giammarinaro. Lì serve un intervento che con forza e determinazione smantelli il potere mafioso sulla Sanità, dando chiari segnali di discontinuità. Su questo fronte, le assicuro, la mia battaglia non si fermerà
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