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19/05/2011 11:31:50

Migranti gettati in mare al largo di Campobello. Muoiono in tre. Barcone a Pantelleria

Viaggiavano a bordo di una piccola imbarcazione. Sono stati tutti condotti al centro di prima assistenza presso l'ex caserma “Barone” dell’esercito in Via Arenella. Sono diverse decine, forse 70 i maghrebini ospitati presso questa struttura. Dal sette maggio non sono stati più imbarcati migranti per Trapani. Ci sarebbe un certo nervosismo tra i maghrebini che vorrebbero raggiungere Trapani per sapere la loro sorte. Ieri ci sarebbe stato anche una minaccia di iniziare lo sciopero della fame, ma poi tutto è rientrato nella normalità. Nessuno per ora sa la sorte di questi migranti che piano piano aumentano di numero. Non si sa se saranno rimpatriati da Pantelleria stessa o se saranno condotti in uno dei centri di prima accoglienza della terraferma.

16,45 - Nel pomeriggio sono trovati morti anche gli altri due immigrati dati per dispersi. Lo si apprende dal Comando generale delle Capitanerie di Porto. Il primo corpo è stato avvistato da un elicottero della Guardia di Finanza, presso la foce del fiume Arena: sul posto si è diretto una motovedetta della Guardia costiera che ha recuperato il cadavere e trovato, a circa 200 metri dal primo, anche il corpo senza vita del terzo migrante. Anche se i sopravvissuti hanno parlato di tre persone che mancavano all’appello, le ricerche di eventuali altri dispersi ancora continuano. Del gommone utilizzato per lo sbarco invece nessuna traccia. Continuano gli accertamenti sull’episodio

15,48 - Il nucleo di Protezione Civile comunale di Campobello guidato da Marco Bascio, è intervenuto stamattina alle 5,30 sulla costa della frazione di Torretta Granitola, a Campobello di Mazara per soccorrere quattordici immigrati sbarcati sul costone roccioso. Gli immigrati hanno dichiarato di essere tutti di Bengasi e sono arrivati sulla costa a nuoto dopo che, presumibilmente, gli scafisti a bordo della barca che li trasportava li hanno fatti scendere a debita distanza dalla costa per poi fuggire. I quattordici sono riusciti tutti a raggiungere Cala delle pulci, proprio tra il faro di Torretta Granitola e l’ex tonnara, ora sede del Cnr-Iamc. Poi a piedi hanno raggiunto la strada provinciale, fermandosi proprio davanti l’abitazione di Sandro Fiorelli, un tecnico palermitano del Cnr, che stamattina, per pura casualità, è uscito un po’ prima rispetto al solito orario e ha trovato gli immigrati infreddoliti e bagnati. È stato lui a dare la prima assistenza, con latte e the caldo, biscotti, coperte e ha finanche acceso una stufa. La squadra di protezione civile comunale ha attivato l’iter d’emergenza previsto in questi casi. Sul posto sono arrivati anche gli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Mazara, un’ambulanza del 118, l’associazione dei volontari di Campobello e la Capitaneria di Porto. Uno dei 14 immigrati che presentava febbre alta, è stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale “Abele Ajello” di Mazara del Vallo. La Protezione Civile comunale si è attivata, alle prime luci dell’alba, di recuperare vestiti asciutti presso la Caritas “San Giovanni” di Campobello. Già in mattinata gli immigrati sono stati condotti presso il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Mazara per le procedure di identificazione.

15,00 - Arriverà nel porto di Lampedusa dopo le 15,30 il barcone avvistato stamani nel Canale di Sicilia dal servizio di pattugliamento della Guardia di Finanza. Il natante, sul quale sarebbero imbarcati circa 300 persone di origine subsahariana, è stato raggiunto da due motovedette delle fiamme gialle, che adesso lo stanno scortando verso l'approdo di Lampedusa, dove prima dell'annuncio del suo ritardo erano già allertate le forze dell'ordine, i volontari della Croce rossa, e quelli di Lampedusa Accoglienza.

13,00 - Dopo quattro giorni di tregua sono nuovamente ricominciati gli arrivi nelle coste meridionali dell’Italia. Infatti dopo una traversata durata 20 ore un barcone con 208 immigrati è sbarcato a Lampedusa verso le 2 di stanotte. Sull’imbarcazione, lunga 11 metri e giunta autonomamente dalla Libia dopo quattro giorni di stop, c’erano anche una donna e diversi minorenni, quasi tutti provenienti dall’Africa subsahariana.

Una nuova tragedia si è consumata a largo delle coste di Trapani. Degli scafisti hanno gettato in mare un gruppo composto da ben 17 persone, tutti giovani con un’età compresa tra i 25 e i 30 anni. Quattordici di loro ce l’hanno fatta, in quanto sono riusciti a nuoto a raggiungere Contrada Granitola (Marzara del Vallo). Risultano invece disperse 2 persone mentre il cadavere di un uomo è stato rinvenuto nelle scorse ore. La Guardia Costiera è tutt’ora alla ricerca degli scomparsi. Anche a terra sono in atto dei sopralluoghi, in quanto non è escluso siano riusciti a raggiungere, come gli altri, la terra ferma per poi nascondersi.
Nella giornata di ieri sulla piccola isola siciliana ha fatto visita il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, che nella sua omelia ha ringraziato tutti i lampedusani per la loro pazienza e accoglienza, oltre che lanciare una richiesta di maggior impegno da parte dell’Unione Europea che, finora, ha scaricato i problemi sul nostro Paese, limitandosi a risoluzioni sterili. “L’Europa – ha detto Bagnasco- ha una grande opportunità di essere sulla via della vera unità, che è più profonda della via dell’unificazione: quella tocca le giuste procedure, questa plasma l’anima dei popoli”.