L’antica fortezza, dopo l’intervento di restauro concluso di recente, è stata destinata a Museo delle carceri e ad un Osservatorio dell’Area Marina protetta, soprattutto per quel che riguarda il monitoraggio degli esemplari di foca monaca che sono tornati nelle acque delle Egadi. A tagliare il nastro inaugurale il sindaco Lucio Antinoro ed prefetto Marilisa Magno. Alla cerimonia hanno preso parte diverse autorità civili e militari, oltre che tantissimi abitanti dell’isola, che a bordo delle loro imbarcazioni hanno raggiunto il promontorio di punta Troia, sul versante Nord dell’isola, ad un’altezza di circa 116 metri dal mare.
Il recupero del Castello è stato finanziato con i fondi Apq Sviluppo locale II atto integrativo azione per le isole minori per un importo di 3 milioni e 205 mila euro. I lavori iniziarono a luglio 2009 e sono stati eseguiti dall’impresa “Pisciotta”. Il restauro ha permesso di salvare il Castello, preservando la struttura originaria, per decenni lasciata in condizioni di degrado ed abbandono. E per anni la struttura, originariamente una torre saracena che nel 1140 re Ruggero trasformò in Castello, ha rischiato di crollare. Negli ultimi vent’anni sono stati svariati appelli per salvare la fortezza. Anche il Fai scese in campo con l’iniziativa delle cartoline “Luoghi del cuore”. Il Castello di Marettimo si candida adesso a diventare un polo culturale del cuore del Ma Mediterraneo. L’amministrazione egadina conta infatti di promuovere una serie di eventi già a partire dalla prossima estate.