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03/05/2011 07:24:01

La Cgil: finanziare gli ammortizzatori sociali con i beni confiscati alla mafia

Sono questi i punti salienti di una proposta presentata a Palermo il 28 e 29 aprile dalla FILLEA CGIL nella campagna organizzata in collaborazione con il centro Pio La Torre contro l'illegalità nel settore delle costruzioni.

Le aziende sequestrate grazie alla legge Rognoni La Torre sono 4.417, di cui 3.130 dal 2006 al 2010. Il 70% delle aziende appartiene al settore delle costruzioni ed i lavoratori interessati da questi provvedimenti sono decine di migliaia. La FILLEA CGIL ritiene che tutti i dipendenti, dal giorno del sequestro, debbano essere posti sotto uno specifico ammortizzatore sociale, ha dichiarato Salvatore Lo Balbo, Segretario Nazionale FILLEA CGIL, «per questo chiediamo la modifica dell'articolo 2 della legge 109 del 1996, per sostituire l'attuale iter che prevede il parere del Prefetto per ragioni di sicurezza e ordine pubblico con un iter che faccia capo all'autorità giudiziaria per ragioni di mafia».

Secondo la proposta formulata da FILLEA e CGIL, l'amministratore giudiziario, dopo avere presentato domanda alla sede Inps competente nel territorio per la copertura salariale, dovrebbe dare comunicazione al Prefetto ed attivare il confronto sindacale previsto dalla normativa. La cassa integrazione dovrebbe inoltre avere una durata pari al periodo di svolgimento degli atti giudiziari per interrompersi, invece, nel momento in cui l'azienda ricomincerebbe ad avere una propria vita economica anche durante il periodo del sequestro. Per finanziare un ammortizzatore sociale, utilizzando le risorse derivanti dai beni confiscati FILLEA e CGIL chiedono la costituzione di un fondo Inps apposito. Per dare attuazione alla proposta «l'agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati sottoscriverà con le organizzazioni sindacali più rappresentative dei lavoratori e dei datori di lavoro un accordo nazionale per definire compiti e responsabilità del tutor».