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11/04/2011 07:49:31

Scrive la Federconsumatori, sui disagi di Via Roma a Marsala

E' questa la domanda che si fanno gli abitanti di Marsala, ma anche chi a Marsala ci viene per lavoro o per affetti, dopo avere letto l'articolo su Marsala.it del 7 aprile dal titolo "52 commercianti contro la chiusura di Via Roma. Chi ha dato le altre firme il Sindaco Carini?" nel quale si fa' a gara se sono di più i commercianti che chiedono al Sindaco la realizzazione di un'isola pedonale nella via Roma, per ora nel tratto tra il Largo Zerilli e la Piazza Matteotti (Porta Mazara) ed in seguito nel rimanente tratto fino all'incrocio con via Francesco Crispi, ovvero sono di più i commercianti che chiedono al Sindaco la riapertura al traffico veicolare del "salotto di Marsala", così è stato definito il tratto della via Roma, per giustificare le ingenti somme investite per i lavori.
Chi farebbe passare le autovetture nel salotto di casa propria? I cittadini si interrogano, mentre i commercianti mettono in un piatto della bilancia l'apertura alle autovetture della via Roma e sull'altro piatto fanno pesare la loro forza elettorale alla classe politica.
Le ZTL ( acronimo di Zona a Traffico Limitato) sono aree situate in alcuni punti della città, ad esempio nei centri storici, per limitare in alcuni orari il traffico veicolare ai mezzi pubblici/emergenza, ai residenti ed a chi ha delle autorizzazioni particolari in deroga.
Sono trent'anni che si parla di isole pedonali nei centri storici italiani. Ma l'Italia è in abbondante ritardo sul resto d'Europa, dove ormai non si parla più di isole pedonali ma direttamente di interi quartieri "carfree". Una rivoluzione culturale impensabile per un Paese, come il nostro, dove il 30,8% degli spostamenti motorizzati avviene su tragitti inferiori a due chilometri.
Sono passati quasi sessanta anni da quando l'Olanda ha decretato la chiusura al traffico nel 1953 di Lijnbaan, principale distretto commerciale di Rotterdam. A Vienna, l'Autofrei Siedlung di Nordmanngasse, un'area residenziale a circa 8 chilometri dal centro servita in modo perfetto dai mezzi pubblici, le circa 600 famiglie che abitano lì, al momento della firma del contratto si sono impegnate a non possedere un'auto propria, scegliendo così per gli spostamenti quotidiani i mezzi pubblici, la bicicletta o i piedi. In Olanda, Amsterdam ha il suo quartiere carfree: GWL Terrein, realizzato negli anni Novanta su un'area di 6 ettari. In Scozia, l'insediamento di Slateford Green, a Edimburgo, ci sono 251 appartamenti senza un solo posto auto privato. Anche in questo caso esistono servizi di trasporto pubblico efficientissimi, il car sharing e scuole facilmente raggiungibili a piedi.
Anche Londra ha il suo quartiere libero da auto. Si chiama BedZed (Beddington Zero Energy Development) ed è autosufficiente dal punto di vista energetico e a bilancio zero in fatto di emissioni di anidrite carbonica.
In Germania, a 3 chilometri da Friburgo (città che adottò le isole pedonali già negli anni Settanta), a partire dal 1998 si sta sviluppando quello che potrebbe diventare l'insediamento carfree più grande d'Europa, con circa 6000 abitanti e 2000 edifici.
In Svezia, a Malmö, il nuovo quartiere residenziale di Augustenborg ha puntato esclusivamente su vie pedonali, piste ciclabili e mezzi pubblici. Così, solo il 20% delle famiglie possiede un'automobile (la fonte è un articolo su La Repubblica del 20 dicembre 2010 di MARCO PATUCCHI).
Con un'estensione di 4,2 kmq la zona a traffico limitato di Roma è tra le più vaste d’Europa. Gli obiettivi della regolazione degli accessi sono: tutelare l'immenso patrimonio storico e archeologico della “ città eterna” , salvaguardare la qualità della vita di interi quartieri e incentivare l'uso del trasporto pubblico per favorire la diminuzione dell'inquinamento ambientale.
Forse i commercianti dovrebbero chiedersi se i cittadini, cioè i loro clienti, che dovrebbero comprare la mercanzia che loro vendono, hanno più voglia di fare shopping passeggiando con calma ed in allegria o fare acquisti con la paura che il figlio finisca sotto una macchina o con la consapevolezza di costringere il neonato nel passeggino a respirare i gas di scarico.
Federconsumatori Marsala



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