Io sono unica, come ognuno di noi, sono unica perché Dio mi ha fatta unica al mondo (qualcuno dirà… per fortuna!) ma posso anche essere una qualsiasi donna che, come la maggior parte delle donne, lavora, fatica, piange e ride, ma che con coraggio affronta i dolori e con rispetto tratta se stessa e gli altri, conservando sempre la propria dignità.
Non ho nulla di perfetto, ma ho il mio essere DONNA.
Sono una donna che ha deciso di difendere le donne, di parlare delle donne. Sono una donna che rifiuta categoricamente l’idea di “donna” che circola da troppo tempo in televisione e in molti altri mezzi di comunicazione.
Ma voi… avete mai visto una donna che abbraccia suo figlio all’uscita della scuola?
Avete mai guardato attentamente una donna che studia?
Avete mai osservato con quanta cura una donna riordina e pulisce?
Vi siete mai stupiti del doloroso e sdegnoso silenzio di una donna che, nonostante le sue difficoltà con mutuo, bollette e spesa, rifiuta ‘una buona offerta’ per non perdere la propria dignità?
Non siete mai rimasti affascinati dalla forza delle parole di una donna quando parla in pubblico?
Vi siete mai chiesti perché la donna traspira in modo così evidente coraggio e forza?
Non c’è una risposta. È un calore che nasce da dentro, un’armonia di pensieri, gesti e parole che un uomo non potrà mai avere. Non me ne vogliano gli uomini… ma siamo diversi in natura. La donna è la terra, è la passione, è la praticità, è l’amore.
Io rifiuto categoricamente l’immagine di donna pigra, facile, in abiti succinti, dedita a droghe e festini, così come è costruita da giornali, siti web, rubriche di gossip, soprattutto in questi giorni. Io mi indigno e mi ribello a questa costruzione mediatica. Nego l’esistenza di una figura fatta di forme senza ragione. Esistono anche queste donne, può essere... ma quante sono rispetto alla popolazione femminile mondiale? Punto semmai il dito sugli uomini che, di tutto ciò fanno il divertimento della loro vita. Una sola parola: “vergogna!”. E mi vengono in mente i versi accompagnati dalla voce severa di Fiorella Mannoia “quel che non ha decenza né mai ce l’avrà, quel che non ha misura né mai ce l’avrà, quel che non ha giudizio”.
Provo ribrezzo nel leggere le testimonianze di donne che parlano di Autorità che hanno sfruttato la loro posizione per ricattarle. Lo Stato dovrebbe difendere le donne e tutti i cittadini, invece pare che si cibi delle loro disgrazie, che si disseti con tagli ai fondi destinati a Famiglia, Sanità, Lavoro, Ricerca, Cultura, e che ricavi godimento non dall’eventuale riscontro delle proprie abilità di governo, ma da coinvolgimenti nei più beceri e squallidi contesti in cui ci si potrebbe mai imbattere!
Provo pena verso coloro che vedono la donna come un oggetto da toccare, da usare e da esporre… provo pena perché questi uomini si sono persi nella loro vita la vera bellezza delle donne… I loro sguardi, la loro dolcezza, la loro forza, il loro amore, la loro capacità di rialzarsi, sempre, di rinascere anche dopo la più terribile tempesta, di sorridere al proprio figlio anche dal letto di un ospedale. Da soli, questi uomini, si sono privati della comprensione di una delle cose più grandi di questo mondo: l’essere donna.
Perché vi sto scrivendo? Perché ho ascoltato le urla di Pina dietro al camion di tedeschi che portava via suo marito, e poi la fucilata successiva… ho guardato Freda dipingere il suo ultimo capolavoro, mi sono commossa alle parole di Alda Merini che sgorgavano da un cuore in fiamme, ho provato fierezza di essere donna nel leggere la biografia di Maria Montessori... e mi sento orgogliosa di essere donna ogni volta che parla Rita Levi Montalcini. E ho pensato che dovevo parlare… che dovevo raccontare chi è la DONNA.
Ho pensato a Miriam, che in un povero paese del Terzo Mondo lavora da anni curva nelle risaie ogni giorno… ma la sua schiena riesce ancora a prendere in braccio i suoi dieci figli. Ho pensato a tutte le donne che ogni giorno accompagnano i figli a scuola e vanno a lavorare, poi tornano a casa con la spesa e le cassette d’acqua, cucinano, lavano, stirano, ma si prendono sempre cura dei figli e del marito, con il loro affetto e la loro onestà; ho pensato alle donne che figli non ne hanno e non ne possono avere… e la loro gioia più grande è quando ricevono la telefonata tanto attesa… Ho pensato a quella donna che riceve a casa la visita di un ufficiale che le porta la notizia più triste della sua vita… Ho pensato alle donne che vivono da sole pur di non scendere a compromessi e che la sera quando tornano a casa hanno voglia di piangere ma si rialzano subito. Ho pensato alle donne vessate dagli uomini… sfruttate dagli uomini... Ho pensato alle donne che amano, e all’amore immenso di Madre Teresa, e ho pensato ad Anna Magnani, che al truccatore che voleva nasconderle le rughe disse: “Lasciamele tutte, ci ho messo una vita a farmele”, difendendo il nostro diritto ad invecchiare. Ho pensato alle 129 operaie della Cotton di New York bruciate vive l'8 marzo 1908 perché protestavano contro le inumane condizioni di lavoro. Ho pensato a Ingrid Betancourt, a Evita Peròn e a Maria Sk?odowska Curie, chimica e fisica polacca. Ho pensato alle grandi donne della storia, e poi ho pensato alle mie amiche… a quanto siamo diverse, ma a quanto il coraggio, la dignità, il rispetto, la consapevolezza dell’amore per la vita, ci uniscono. E ho creduto, e credo fermamente, che nel mondo ci siano tantissime vere donne… e che anche io le avrei offese con il mio silenzio, se oggi non avessi condiviso così il mio pensiero.
Per questo motivo desidero invitare tutte le donne ad essere carro trainante forte, deciso, amorevole per la società di oggi; ad avere coraggio, sempre! a stare vicino alle donne più fragili, ad avere la forza di parlare, denunciare ed agire andando sempre a testa alta, le esorto a diffondere con parole e fatti la vera essenza di cui siamo fatte.
E invito gli uomini a guardare le donne con signorilità, con rispetto, con intelligenza e stima. Ricordate… Si visi amari, ama. (lat.: se vuoi essere amato, ama).
di Anna Maria Croce