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03/04/2011 09:19:04

Da Manduria a Mazara del Vallo: i carabinieri arrestano un tunisino non in regola

I militari hanno rintracciato in città un tunisino sprovvisto di documenti, che  è stato identificato per Khalifa BEN M’RAD, 56enne originario della città di Scusse. È inoltre emerso che lo straniero, con precedenti penali in materia di stupefacenti commessi in Italia oltre che già destinatario di un decreto di espulsione dello Stato con divieto di ritorno per 10 anni emesso nell’anno 2005 dal Prefetto di Macerata, era rientrato nel territorio italiano il 20 marzo scorso, giungendo via mare a Lampedusa (AG). Da qui, pochi giorni fa, era stato trasferito al “centro accoglienza immigrati” di Manduria (TP), dal quale era poi scappato per arrivare a piedi e con mezzi di fortuna a Mazara del Vallo. Al termine di tali accertamenti i Carabinieri lo hanno tratto in arresto, per il reato previsto in questi casi e cioè: “Re-ingresso illegale nello Stato, in violazione di un decreto di espulsione e divieto di ritorno”. Dopo la convalida dell’arresto e il processo per direttissima, l’A.G. di Marsala (TP) ha dato il proprio nullaosta ad una eventuale ulteriore espulsione, in attesa della quale BEN M’RAD è stato accompagnato presso il C.I.E. “Serraino Vulpitta” di Trapani.

I Carabinieri hanno inoltre fermato per l’identificazione il tunisino irregolare 30 R.G., rintracciato ed individuato in quanto utilizzatore di un telefono cellulare rubato ad  un impiegato comunale 57enne. Per il possesso del telefonino lo è stato deferito  per il reato di “ricettazione” alla procura della Repubblica di Marsala e, nelle more di una eventuale espulsione per la sua posizione di clandestino, anch’egli accompagnato presso il   C.I.E. “Serraino Vulpitta” di Trapani.

Infine, la scorsa notte, i militari di Mazara del Vallo hanno denunciato per il reato di “ricettazione, in concorso” due giovani tunisini (F.G. 23enne regolare, nullafacente e S.B. 22enne munito di tessera per rifugiati politici, nullafacente) che sono stati bloccati mentre trasportavano sul proprio ciclomotore, un motore per imbarcazione fuoribordo da 25 CV, di cui non hanno saputo giustificare la provenienza e con evidentissimi segni di effrazione. In attesa che il legittimo proprietario si avveda dell’amanco e sporga denuncia, l’oggetto è stato sottoposto a sequestro.