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02/04/2011 10:33:24

La meditazione del pastore valdese

Il Dio delle Scritture ebraico-cristiane è un Dio che ci chiama costantemente a sviluppare la capacità di avventurarci e, insieme con essa, quella di sorprenderci. Mettersi in ascolto della novità è il compito al quale Dio vuole che attendiamo, di modo che lo stupore e la meraviglia siano sempre la fonte a cui la nostra fede attinge per poter cambiare e crescere. Tutto ciò che è vivo, infatti, si rinnova: nascita e novità si accompagnano sempre nella vita e così dovrebbe essere anche nella fede, quantomeno in quella fede che dalla vita non intende discostarsi. Non di rado, però, ci viene proposta, quando non addirittura imposta, una visione della fede statica, che tende ad affermare e confermare quanto, spesso a torto, riteniamo di aver appreso e compreso una volta per tutte.

Una fede in cui tutto ciò che ci viene richiesto è di afferrarci tenacemente a quanto già sappiamo, anziché di prendere il largo verso l’ignoto; di mantenere salda la stretta, anziché di tendere le mani ed aprirle nel gesto fiducioso di chi si dispone a ricevere. Così, finiamo spesso per compiere un cammino che della ricerca è soltanto una pallida imitazione, perché ci viene imposto -con la sottile eleganza dell’ipocrisia- di cercare in una direzione precisa e in quella soltanto, di modo da poter approdare, immancabilmente, al punto dal quale eravamo partiti. In tal modo, la fede ci viene presentata come un cammino circolare, come una finta ricerca in cui la scoperta non è altro se non la conferma di quanto già conoscevamo prima ancora di metterci in movimento. L’umiltà alla quale, peraltro, veniamo sovente esortati diviene così vuota retorica, una maschera dietro cui nascondere l’invito a non uscire dal seminato, a non deviare rispetto a quanto già stabilito: ciò che rappresenta un vero e proprio punto fermo, inamovibile, al quale ogni cammino ed ogni esperienza personale sono inderogabilmente chiamati a fare ritorno. Chi, poi, accidentalmente, dovesse imbattersi nella novità, avrebbe semplicemente imboccato un sentiero sbagliato e -va da sé- pericoloso in virtù della sua stessa originalità: vero e proprio incubo, quest’ultima, di ogni fanatismo e di tanta ortodossia, che non di rado si affannano a bandire il nuovo da confini talvolta sin troppo ben definiti, tanto da risultare soffocanti.

Eppure Dio, nelle pagine bibliche, si presenta spesso e volentieri «sotto mentite spoglie», con l’esplicito intento di contraddire le presunte evidenze.

Ed è proprio per questo che, nelle parole che Egli rivolge ad Israele così come a noi attraverso il profeta Isaia, la richiesta che inoltra è quella di restituire verginità all’ascolto, di riscoprirci, più che di ritrovarci, in quanto, prima d’oggi, non avevamo mai udito. Diversamente, ci ricorda Isaia, il rischio che costantemente incombe è quello di trasformare la fede in ripetizione e la ricerca di Dio in mera conferma di un’acquisizione.

Ogniqualvolta Dio e la vita mi donano la gioia e la grazia di far ritorno in America Latina, terra di cui -misteriosamente- avverto che sono impastatele mie viscere, la mente, il cuore e l’anima si imbattono nella sapienza antica e silenziosa dei popoli nativi. Attraverso la cultura ancestrale, intrisa di saggezza e sentimento, propria degli indigeni latino-americani, mi accade di poter accedere a dimensioni sconosciute del sentire come del comprendere e, pertanto, anche del credere. Apprendo così di Dio un volto nuovo, capace di restituire alla mia fede un po’ di quella semplicità che, durante il cammino, mi capita sovente di smarrire.

Queste donne e questi uomini non sembrano serbarmi rancore per la violenza che i miei antenati hanno inflitto al loro popolo, né per i soprusi che noi «winka» -«uomini bianchi»- continuiamo a perpetrare, espropriando le loro terre, ostentando a più riprese la presunta superiorità di un modello economico e culturale totalmente incapace di aprirsi all’ascolto e, per ciò stesso, di disporsi al confronto e di riconoscere e rielaborare quelli che sono i suoi limiti evidenti. Allo stesso modo, queste donne e questi uomini non mi rinfacciano la superbia che altri, giunti in America Latina assai prima di me, hanno contrabbandato per fede, richiamandosi, oltretutto, al mio stesso Dio.

Un Dio di cui, però, io non posso in alcun modo riconoscere il volto, a tal punto ne hanno sconvolto i tratti e tradito il messaggio: di un Dio che risolleva gli umili, infatti, han fatto un Signore che legittima i tiranni; di un Padre incline al perdono e alla misericordia un despota suscettibile, facile all’irritazione e dispensatore di inflessibili castighi. Il tutto, manco a dirlo, in nome di una verità di cui ancora oggi troppe chiese si ritengono depositarie anziché testimoni. Questa presunzione ci rende sordi all’ascolto e, di conseguenza, incapaci di cambiare e fa di molte chiese le generose elargitrici di certezze tanto illusorie quanto rigide, inequivocabile sintomo sclerotico che inesorabilmente colpisce ogni fede che si riveli incapace di aprirsi alla novità. Così continuano a proliferare realtà ecclesiastiche che, in un ingiustificabile atteggiamento di indifferenza e di ignoranza verso un passato di violenza inflitta, chiamano assurdamente ad una conversione che esse per prime si rifiutano di compiere, inculcando un atteggiamento di sottomissione del pensiero e delle coscienze che, con l’evangelo, non ha nulla a che spartire, poiché, al contrario, ne tradisce lo spirito e ne rinnega il messaggio. Il Dio d’Israele e di Gesù, infatti, ci chiama a spogliarci delle nostre pretese di verità, per imparare a farci prossimo di quante e quanti vivono l’evangelo come annuncio e realizzazione di un mondo più giusto, perché più umano. Così soltanto, apprendendo dall’altro e con l’altro il volto sconosciuto e sempre nuovo di Dio, potremo essere capaci di vivere la fede anziché di imporla: poiché, come ci ricorda il teologo della liberazione peruviano Gustavo Gutierrez: «Prossimo non è chi incontro lungo il cammino, ma colui, colei, nel cui cammino mi pongo»

Pastore Alessandro Esposito - www.chiesavaldesetrapani.com

 
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