“Il Partito di Bersani – afferma il direttore di Demopolis Pietro Vento – paga nell’Isola, più che nel resto del Paese, le prolungate divisioni interne, nei programmi, nella leadership, nelle alleanze. Ma anche e soprattutto, in Sicilia, le troppe liturgie oligarchiche e le incertezze strategiche nella decisione di appoggiare dall’esterno il Governo regionale guidato da Raffaele Lombardo. Un sostegno – conclude Pietro Vento – senza peso effettivo e riconoscibile, almeno nella percezione degli elettori del PD, sulle scelte reali della politica regionale”.
Secondo i dati del Barometro Politico Demopolis, il PD passerebbe dal 25,5% dell’aprile 2008 all’attuale 18%. Su 100 elettori del Partito Democratico nel 2008, soltanto 61 confermerebbero il voto in caso di elezioni anticipate. 2 sceglierebbero l’IdV, 5 Sinistra, Ecologia e Libertà, 2 si suddividerebbero tra FLI di Fini e FdS di Miccichè; 16 voterebbero per l’MpA: un flusso elettorale costante e progressivo in uscita verso il movimento di Lombardo.
14 elettori su 100 del PD, delusi dal partito votato quasi tre anni addietro, faticano a guardare altrove e, se si votasse adesso, resterebbero probabilmente a casa, scegliendo l’astensione. Molti sono anche gli indecisi, i cittadini collocati nel Centro Sinistra che sembrano rimanere in attesa di nuove proposte per il futuro dell’Isola, di un segno che li possa indurre a tornare a votare con maggiore convinzione il PD (che resta oggi ben lontano dal suo bacino potenziale, stimabile nell’Isola intorno al 30%).
Secondo l’analisi compiuta dall’Istituto Demopolis, il Partito Democratico attrae in maggior misura in Sicilia pensionati, insegnanti, laureati e studenti universitari; è decisamente più debole tra imprenditori e lavoratori autonomi.
La scommessa odierna per il PD resta probabilmente quella di cercare di riconquistare incerti e delusi, ma anche una parte di quei segmenti più deboli della società siciliana – casalinghe, disoccupati, giovani lavoratori precari – che sempre più, negli ultimi 15 anni, hanno scelto il PDL, l’UdC o l’MpA.
A due giorni dell’Assemblea fissata dal segretario regionale Giuseppe Lupo, la base dei simpatizzanti del Partito Democratico appare divisa sulle attuali modalità del sostegno al Governo Regionale. Pur avendo apprezzato la recente riforma elettorale per gli enti locali, una percentuale di oltre i due terzi di chi ha votato PD alle ultime Politiche esprime un giudizio tendenzialmente critico sull’operato dell’ARS e della Giunta negli ultimi mesi.
“Nella valutazione degli intervistati - sostiene il direttore di Demopolis Pietro Vento – pesa la percezione di una stasi prolungata nell’azione del Governo, la debole incidenza sull’economia reale, l’incertezza nelle politiche per il lavoro e nella gestione dei fondi comunitari. Il voto in Sicilia, così come in ampie aree del Mezzogiorno, appare oggi più fluido ed incerto, rispetto ad altre aree del Paese. E - conclude Pietro Vento - rende molto aperti i futuri scenari politici”.
Che cosa servirebbe al PD per tornare competitivo, oltre le alchimie ed i giochi di palazzo? Per il 40% degli elettori di Centro Sinistra, intervistati dall’Istituto Demopolis, è necessaria un'identità più definita ed una proposta meno incerta sulle scelte politiche nazionali e regionali. Per un terzo occorre una leadership forte e condivisa, ma anche una maggiore sintonia con i bisogni reali dei cittadini siciliani.