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28/03/2011 07:26:57

Il Vangelo secondo dom Manuel


Una boccata d’aria fresca.
Stamattina ci veniva in mente la limpida testimonianza, che, in senso contrario alla pretesa di Giacomo e Giovanni, ci ha offerto, lo scorso dicembre, un anziano pastore di questa nostra chiesa brasiliana, dom Manuel Edmilson da Cruz, ottantaseienne vescovo emerito di Limoeiro do Norte (Ceará), a cui il Parlamento aveva deciso di assegnare il “Premio Dom Helder Câmara per i Diritti Umani”. C’è andato, in Senato, il vecchio presule, ma solo per dire: no, grazie. I parlamentari avevano infatti da poco votato quasi all’unanimità e in pochi minuti un aumento dei propri onorari pari al 61%. E lui ha cominciato col dir loro che, tutto bene, viviamo in una società complessa, ed è vero che sono innegabili i progressi del Paese negli ultimi anni, trenta milioni di brasiliani hanno varcato la linea della povertà e dell’indigenza per aggiungersi ai ceti medi, e c’è il Sistema Unico di Salute, e la borsa famiglia, e il Ministero per l’Integrazione Nazionale, ma c’è ancora, per esempio, gente che muore di malasanità e c’è troppa corruzione. Ed ha aggiunto: Per questo mi sento di ripetere anche qui, “in pieno Congresso Nazionale, ciò che ho già detto nell’Assemblea del mio Stato e nel Consiglio municipale: Chi vota per un politico corrotto, sta votando per la morte! (I vari movimenti per la vita dovrebbero annotarselo! ndR). Anche se, paradossalmente, si trattasse di una persona molto buona, di un grande uomo. Non ancora tuttavia della levatura di un Nelson Mandela che, nell’assumere la carica di Presidente della Repubblica ridusse del 50% il valore dei suoi onorari”. E, poi ha concluso: “Il premio attribuito oggi non rappresenta la persona del più grande cearense, che fu dom Helder Câmara. Non la rappresenta. Anzi, la sfigura. Senza risentimento e agendo per amore e per rispetto verso tutti voi, signori e signore, per i quali prego ogni giorno, mi resta solo un atteggiamento: rifiutarlo. Esso è un attentato, un affronto al popolo brasiliano, al cittadino, alla cittadina, che contribuisce al bene di tutti con il sudore della fronte e la dignità del suo lavoro. È suo diritto esigere giustizia ed equità quando si tratta di onorari e di salari. Se è suo
diritto ed io lo accettassi, starei andando contro i Diritti Umani. Perderebbe tutto il suo senso questo momento storico. Ogni aumento, quando si decide un adeguamento, dovrebbe rispettare sempre la stessa proporzione dell’aumento del salario minimo e della pensione più bassa. Questo non succede. Ed è, lo ripeto, un attentato contro i Diritti Umani del nostro popolo”. E ha preso ed è venuto via. I cristiani in politica (ma anche chi non lo è) potrebbero rifletterci un po’ su. Anche lì da voi, nel caso. Ricevete l’abbraccio dei vostri fratelli e sorelle della Comunità del bairro

Il Vangelo secondo dom Manuel della Fraternità di Gojas
in “a latere...” (http://alatere.myblog.it) del 26 marzo 2011