Scrive Massimo, sull'aeroporto di Trapani Birgi e l'Aeronautica Militare

Tale situazione era (ed è) nota a tutti quei politici che negli anni hanno "pompato" sulle potenzialità di sviluppo del traffico civile in questo aeroporto, senza far nulla per ottenerne prima la completa demilitarizzazione (cosa, invero, praticamente impossibile, visto che lo stesso è sotto copertura NATO). Ergo: in caso di "esigenze" militari di tipo (ahimè) belliche - come quelle attuali - è del tutto ipocrita e, sinceramente anche fuori luogo, strapparsi le vesti per la sua chiusura. Inevitabile. Necessaria. Prevista, in casi del genere, fin dalla sua costruzione . Lo so che molti lavoratori stanno perdendo soldi e serenità; lo so che i turisti ora atterrano a Palermo; lo so che molti onorevoli ci stanno perdendo la faccia; lo so che ci stiamo perdendo noi tutti cittadini di questa provincia. Ma si dà il caso che il governo a cui molti di questi onorevoli fanno riferimento ha deciso di partecipare a una missione militare autorizzata dall’ONU (sulla cui bontà d’intenti nutro qualche dubbio). Bello essere accesi e furenti patrioti quando la guerra è a qualche migliaio di chilometri. Bello “ardere e sgocciolare” – come avrebbe detto il buon Pirandello - quando le bombe le tirano in testa agli iracheni o agli afgani, ché tanto non provocano danni all’economia della Provincia di Trapani. Altra cosa quando la guerra ti parte da sotto il naso e la devi mettere nel conto dei tuoi giorni, delle tue paure, delle tue tasche e del futuro dei tuoi figli che giocano a due passi dagli F-16. Mi chiedo: ma qualcuno di questi signori onorevoli ha espresso un minimo di solidarietà ai nostri piloti che, in questa guerra, ci mettono anche il culo?
Cordialmente.
Massimo