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23/03/2011 09:42:50

Scrive Angela Guercio, su Berlusconi e la scuola pubblica

Non ho mai dubitato che sia sceso in campo per tutelare i propri interessi nel momento in cui gli sono mancati, spazzati via da tangentopoli, i referenti politici. Non esito ad attribuirgli la responsabilità di aver portato l’Italia alla deriva non solo dal punto di vista politico ed economico, in quanto col suo stuolo di servi sciocchi, ha provveduto a salvare se stesso ed il suo impero economico, ma anche e soprattutto perché ha operato con le sue televisioni un mutamento nei costumi, nel modo di essere e di pensare degli italiani, tale che sarà difficile rimediare ai numerosi guasti da lui provocati.
Ha imposto la cultura del “Grande fratello”, ha fatto credere che è lecito non rispettare le regole, ha offerto modelli negativi di comportamento, consigliando alle giovani in cerca di lavoro di trovarsi un marito ricco, a chi è accusato di sottrarsi ai processi, a chi vuole arrivare ad assicurarsi un tenore di vita agiato di prostituirsi, fisicamente, se si tratta di belle ragazze, moralmente e culturalmente se di sesso maschile. Ha dimostrato senza nasconderlo che il denaro è tutto e che perfino in politica non servono idee, non serve la militanza, ma basta fare dei “favori “ all’imperatore , basta assicurargli ragazze giovani per allietare le sue serate per diventare consigliere regionale o ministro. L’Italia , come Atene, deve pagare il tributo di giovani a questo novello Minotauro, ma il tributo va assai oltre , perché aldilà delle giovani, anche minorenni, che si offrono al rito del bunga bunga, c’è il resto del Paese che ha pagato e continua a pagare un prezzo troppo alto.
Chi lo giustifica , lo approva e lo vota è il risultato di quell’operazione mediatica operata da Berlusconi, è il popolo che ha subito il lavaggio del cervello, che non pensa più, è vittima inconsapevole di un sistema e non se ne rende neanche conto. Chi ancora è capace di pensare, di avere
idee ed ideali subisce ancor più drammaticamente le conseguenze di questo sistema marcio, che emargina l’onestà, il merito, il pensiero.
Chi pensa, chi è capace di discernere e di fare scelte ponderate e responsabili, chi è onesto, chi rispetta le regole della democrazia, chi crede nei valori, chi , come i magistrati è garante della giustizia , chi come gli insegnanti crea esseri pensanti, va ad ingrossare le file dei veri nemici di Berlusconi, quelli che lo spaventano , quelli che perciò cerca in tutti i modi di distruggere.
Sono anch’io una “nemica” di Berlusconi e sono fiera di esserlo, sono un’insegnante, che tra mille difficoltà quotidianamente cerca di assolvere con impegno e dedizione totale, al compito non facile di educare i giovani. La scuola oggi si trova ad operare in condizioni tali da imporre a noi insegnanti di mollare tutto.
Il nostro stipendio è da fame e conseguentemente, in un società in cui gli individui si misurano dal reddito, anche il nostro ruolo è declassato, operiamo in classi numerose, in edifici spesso fatiscenti, non abbiamo a disposizione i mezzi tecnici di cui la società dispone, abbiamo perso diritti, perfino quello di ammalarci, visto che il buon Brunetta ci ha ridotto il salario in caso di malattia, abbiamo spesso perso il consenso di quei genitori, che pretendono dalla scuola tutto quello che loro sono incapaci di dare ai loro figli, o di quelli che vorrebbero una scuola facile, simile a quella società in cui per affermarsi non serve pensare, lavorare, essere capace, ma solo imbrogliare, frodare, apparire.
Tuttavia non abbiamo perso la nostra dignità, né intendiamo perderla e per questo grido il mio disgusto e il mio disprezzo dinanzi ad un attacco così ignobile e grave del premier, tanto più grave e vile in quanto fatto in assenza di chi avrebbe potuto controbattere.
Ho sempre insegnato ai miei alunni a pensare, a non atrofizzare i loro cervelli, ho cercato di fornire loro non un inutile nozionismo, ma gli strumenti per accedere alla cultura, li ho spronati al dubbio, al rifiuto di tutto ciò che è precostituito, ad agire secondo coscienza, ad essere onesti , a rispettare le regole della convivenza civile in quanto questo e solo questo è unica garanzia di libertà. Ho insegnato loro l’importanza del possesso delle regole della nostra lingua come presidio di libertà e limite alla strumentalizzazione da parte di chi, come i politici ad esempio, ha a cuore altro che circondarsi di teste pensanti e coscienze libere e critiche. Ho insegnato a credere in ideali propri, a far leva sulle loro effettive capacità, ad essere autonomi nel pensiero e critici nelle scelte.
Questo è il patrimonio di ricchezza che la scuola pubblica, che i miei docenti hanno lasciato a me, e di questo non mi basterà tutta la vita per ringraziarli; questo è il patrimonio che ho inteso ed intendo lasciare ai miei alunni. Questo, solo la scuola pubblica può darlo, perché non ha un padrone al quale servire. Mi rifiuto di pensare che gli insegnanti della scuola pubblica “inculchino” principi : gli insegnanti educano, cioè tirano fuori dagli alunni capacità, li guidano ad utilizzarle, ad averne coscienza.
L’uso di un termine obsoleto per le dottrine pedagogiche più attuali, inculcare, sta a dimostrare la totale ignoranza ed incompetenza del premier anche in problemi di ordine pedagogico e nello stesso tempo la malafede di chi vuole intorno a sé solo stereotipi decerebrati modelli da strumentalizzare, manipolare, saziare ed accontentare con i suoi miseri circenses, a cui richiedere la proscinesi, mentre lui gode nel più basso e sfrenato libertinaggio e trascina nel baratro più sordido il nostro bel Paese .


Angela Guercio
 



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