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23/03/2011 12:29:19

Scrive Valerio Fazio, su Brunetta e il sud Italia


solo oggi ho letto il suo articolo del 15 settembre 2010, in cui risponde al lettore Raffaele che le scriveva un commento alle parole di Brunetta sul "cancro del sud-Italia".

Ho visto come, nella sua risposta, lei tenda a giustificare le parole di Brunetta che io reputo in ogni caso offensive e discriminanti.

Nonostante, come lei stesso evidenzia, dal punto di vista generale sia pur vero che il sud ha numerose pecche, ed è chiamato a colmare il marcato divario che lo separa dal ricco nord, non è possibile, a mio avviso, che un personaggio pubblico come Brunetta si permetta di etichettare quella parte d'Italia che va da Napoli in giù come "cancro" della nostra terra! E' un commento generalista, massificatore, prossimo al "razzista" che mette tutto il sud-Italia, composto da quasi 20 milioni di persone nello stesso calderone da lui appunto catalogato come "cancro". Questo termine, per l'appunto, si attribuisce a qualcosa che ha solo del marcio; che non ha alcunchè di vitale o positivo; che va solo "preso e buttato"! Non le pare che si oltrepassi il limite?

Il sud deve crescere, e nessuno lo nega. Ma non è certo questo genere di commenti che lo aiuteranno ad avvicinarsi al prosperoso nord. Vorrei tuttavia ricordare, non certo a titolo di scusante, che dietro l'attuale situazione del sud ci sono ben precise ragioni storiche legate a secoli di sfruttamento e di "sciacallaggio" del quale tutto il meridione è stato vittima e che hanno contribuito a creare una cultura di generale sfiducia verso chi ti rappresenta lo stato, il quale nelle terre del sud è visto come quello che "sa solo prendere"!

E' appena il caso di far notare che il vero "cancro" del sud, la malavita organizzata (quello sì che è cancro a pieno titolo) è stato combattuto finora, e continua ad esserlo, proprio dalla gente del sud che numerosissime volte ha pagato con la vita di tanti suoi "figli". E l'elenco degli uomini di quelle terre morti per combattere tale cancro sarebbe lunghissimo. Sono fermamente convinto che, se un giorno questa piaga sarà debellata, sarà in primo luogo grazie all'impegno della gente del sud.

In ultima analisi ricordo ancora che il "prosperoso nord" viaggia a gonfie vele grazie a tantissime braccia (e cervelli) del sud. I meridionali che "danno l'anima" nelle fabbriche, nelle industrie, negli ospedali, nelle scuole, nelle caserme, nelle aziende... del nord non si contano. E lo fanno con competenza, civiltà, grande dignità, spingendo avanti il "trans-atlantico" del nord.

In particolare, poi, sono numerosissimi i meridionali che vanno al nord per occupare posti dirigenziali nel campo della sanità, della pubblica amministrazione, in settori industriali, commerciali, ecc. E questo sia perchè il nord è spesso carente di personale qualificato in questi ambiti a causa del numero di laureati molto minore rispetto al sud; sia, ancora, perchè la gente del sud esce spesso vincitrice dal confronto con i pari-grado del nord in ambito di concorso. Sappiamo bene quanti medici ( e Primari ospedalieri), quanti insegnanti (e Presidi scolastici), quanti dirigenti della Pubblica Amministrazione,... al nord provengano dal meridione d'Italia.
A conti fatti, insomma, quel "cancro" qualcosa di buono la produce!

Penso che se vogliamo veramente aiutare, non tanto il sud, ma l'Italia (poichè siamo un'unica nazione) ad andare avanti riducendo sempre più i divari e le distanze al proprio interno in ambito economico e sociale, dobbiamo saper guardare la realtà nella giusta ottica, prendendo le distanze da facili pregiudizi e luoghi comuni che non costruiscono assolutamente niente; puntando, piuttosto, ad una reciproca apertura, collaborazione ed accoglienza, nella consapevolezza che la nostra nazione andrà avanti solo ed unicamente se fortemente "unita", con la chiara coscienza che nord e sud hanno l'uno bisogno dell'altro.

Saluto cordialmente.
Valerio Fazio
Pieve di Cadore (BL)
 



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