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23/03/2011 05:14:13

Oggi quarta udienza del processo Rostagno

13,00 - Il Maresciallo Cannas si è dimostrato molto confuso. Ha detto comunque che "a Cardella dava fastidio la notorietà di Rostagno", che lo stesso Rostagno non gli parlò mai di traffici di droga all'interno della Saman. Clamorosa poi la risposta di Cannas ai giudici circa il suo ruolo nelle indagini: "Ero una specie di fattorino. Andavo a prendere le cose e a consegnarle" ha detto Cannas parlando delle videocassette con i servizi di Rostagno sequestrate dopo sette mesi dall'omicidio. Una risposta molto strana, perchè ai tempi Cannas era considerato "la punta di diamante" dei reparto investigativo dei carabinieri.

12,20 - L'udienza di oggi è ripresa con l'audizione del Maresciallo Cannas, che fu ai tempi una delle prime persone ad indagare sul delitto Rostagno. Cannas sta rispondendo alle domande dei difensori di Virga e Mazzara, i due imputati, che stanno cercando informazioni su una pista investigativa alternativa a quella che riguarda i loro imputati, e pertanto insistono sui rapporti fra Rostagno e Cardella. "Cardella si lamentava di Rostagno - ha detto Cannas - dicendo che voleva fare il senatore". Rostagno inoltre, secondo Cannas, era solito farsi rimborsare tutte le spese dalla Saman, "conservava pure gli scontrini dei bar". Altri ricordi di Cannas appaiono molto confusi.

9,00 - Quarta udienza oggi del processo per l'omicidio del sociologo e giornalista Mauro Rostagno. Nella seconda udienza, 15 giorni fa, hanno testimoniato la figlia, Maddalena, che all'epoca del delitto aveva 15 anni, e i carabinieri che coordinarono le prime indagini. Un primo dato emerso, tra i più clamorosi, è il contrasto tra polizia e carabinieri, che seguivano piste opposte. Se per i poliziotti infatti era da privilegiare la pista mafiosa, i carabinieri invece si sono concentrati subito sulla pista interna, legata a presunti traffici di droga all'interno della comunità Saman, che Rostagno gestiva insieme a Cardella.

Maddalena Rostagno, invece, ha concentrato l'attenzione sul rapporto che legava il genitore alla comunità Saman, la comune vicino Trapani per il recupero di tossicodipendenti, e come suo padre fosse stato turbato dalla scoperta che alcuni ospiti avessero ricominciato a consumare droga. Altro particolare raccontato in aula da Maddalena Rostagno è poi quello relativo all'omicidio del commissario Calabresi. Secondo quanto riferito dalla donna, Mauro Rostagno, che sulla scia delle indagini su quel delitto ricevette una comunicazione giudiziaria, ebbe modo di ribadirle la sua estraneità alla vicenda. Così come estranea era anche Lotta continua, di cui Rostagno fu un attivista.

In una delle prime udienze del processo, iniziato il 2 febbraio, il vicequestore Rino Germanà, che all’epoca coordinò le prime indagini della Polizia, ha spiegato ai giudici come apparisse altamente probabile che a volere la morte di Rostagno fossero stati coloro che giornalmente egli denunciava dalla tv locale RTC. E cioè le famiglie mafiose e i politici ad esse collusi.

Ma l’inchiesta su quell’omicidio fu quasi subito tolta alla polizia per essere trasferita ai carabinieri. E le parole «delitto di mafia» scomparvero dai fascicoli. Sostituite da «pista interna», «delitto fra amici».