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18/03/2011 06:08:00

La provocazione: "un ponte Marsala-Tunisia"

Architetto Lorenzo Degli Esposti, direttore creativo di Aufo, innanzitutto cos’è Aufo?

È una struttura di ricerca no-profit. Siamo un gruppo di architetti che ha come obiettivo lo studio delle realtà metropolitane. I nostri studi cercano di coinvolgere i cittadini e le loro capacità critiche sui temi civici, urbani e territoriali.

Avete sede a Milano ma la vostra attenzione in questi mesi si è rivolta a Marsala. Per la precisione: un ponte che colleghi la Sicilia e la Tunisia, partendo proprio da Marsala. È uno scherzo…

È una provocazione…

Verso cosa?

Verso questo modo di fare politica. Questo vaneggiamento inutile quando a due passi da casa nostra ci sono situazioni ben più gravi.

Si riferisce alla situazione nord-africana?

Esatto. L’idea del ponte è un’idea che vuole esprimere vicinanza fisica a quei paesi.

Nella presentazione del progetto dite che il ponte agevolerà il libero transito delle merci e delle idee, favorendo anche il diffondersi della libertà e della democrazia in Africa…

Infatti. In italia ci perdiamo in aspetti inutili. Oggi non possiamo più non pretendere che certi diritti minimi vengano garantiti in quei paesi.

Ponte bellum è il nome che gli avete dato. Bellum significa guerra…

Esatto. Ma c’è anche il gioco di parole. La provocazione sta anche in questo. Facciamo un “bel” ponte e ci togliamo il problema delle carrette del mare.

La Lega non sarebbe contenta di tanta “vicinanza”.

Un ponte Italia-Tunisia sotto il punto di vista economico farebbe comodo a tutti. Si incrementerebbero gli scambi tra i continenti e l’Italia farebbe da tramite. La Lega nord potrebbe esserne contenta invece perché la zona più sviluppata del paese ne  trarrebbe grossi benefici.

E per i migranti?

Il ponte è pensato anche per popolare il mare quindi non ci saranno carrette e immigrati.

In che senso?

L’idea del ponte nasce dalla necessità di vicinanza col nord Africa ma lancia uno sguardo anche al futuro del nostro pianeta. Col crescente innalzamento del livello dei mari causato dallo scioglimento dei ghiacci le terre emerse diverranno sommerse. A questo punto non avendo una terra ferma su cui stare dovremmo popolare il mare.

Quindi creare delle città sul ponte…

Il ponte è pensato anche come urbanizzazione dell’acqua. È  lungo 150 km, e ogni 15 è prevista la nascita di nuove città da un milione di abitanti ciascuna. E di conseguenza nascerebbero aeroporti e porti nuovi. Quindi è evidente che il problema dei migranti verrebbe risolto.

Avete stretto contatti anche con i paesi africani interessati?

Sì. Inizialmente avevamo pensato di coinvolgere 5 università europee e 5 africane. Per motivi capibili i paesi del nord africa non hanno aderito al progetto. Di questi però l’Egitto ha contribuito con la collaborazione di due università. Poi ci sono l’università di Madrid, una inglese, e l’ateneo di Palermo.

Veniamo alla spedizione. L’uno giugno 1000 Aufo partiranno da Genova…

L’uno partiamo da Genova, il ritrovo è alle 20 al porto. In questo momento stiamo raccogliendo le adesioni.

Come è possibile aderire?

Per informazioni e adesioni abbiamo l’indirizzo e-mail info@aufo.it oppure il numero 02 58114923. I 1000 aufo saranno architetti, cultori, artisti ma anche semplici persone temerarie. Il 2 giugno, Festa della Repubblica, arriveremo a Palermo e da lì ci sposteremo in direzione di Salemi, prima capitale dell’Italia unita.

E poi Marsala il 3 giugno. Cosa farete?

Abbiamo scelto Marsala come luogo dello sbarco dei Mille. Ci sembrava una buona idea far partire da lì il ponte per unire i due continenti così come da lì è partita l’unificazione d’Italia.

Quindi il ponte, sempre secondo l’idea, partirebbe da Marsala. Dove pianterete i piloni?

Esatto. Il 3 giugno innanzitutto arriveremo a Marsala e presenteremo all’ufficio protocollo la dichiarazione di inizio lavori.

Una cosa simile l’avete fatta a Milano. Avete presentato una dichiarazione di inizio attività al protocollo per costruire un mega grattacielo che avrebbe preso tutta l’area del Parco Sempione e per costruirlo si sarebbe dovuta abbattere parte del Castello Sforzesco…

Sì, infatti la legge prevede che se non perviene nessuna risposta alla dichiarazione di inizio lavori entro 30 giorni il silenzio diventa assenso e quindi si è autorizzati a costruire. Noi abbiamo anche aspettato un anno ma non è arrivata nessuna diffida. Così l’estate scorsa abbiamo preso a picconate la torre del castello. Ovviamente con arnesi di gomma…

Quindi se il comune non risponde, in teoria potete iniziare i lavori…

In teoria. Contestualmente abbiamo deciso di far partire il tutto dallo scheletro del monumento ai mille…

Già che ci siete, se ce lo completate ci fate un favore…

L’idea era appunto quella di “completare” il monumento.

Buona fortuna. Ci provano da 50 anni. Poi?

Poi faremo un bagno nel mare di Marsala. La nostra “impresa” vuole anche essere una performance artistica. Siamo in mille e come dicevo ci saranno parecchi artisti. Stiamo anche pensando di procurarci dei cavalli bianchi e indossare qualcosa di rosso per la nostra entrata a Marsala. Tra l’altro in quei giorni ci sarà la Biennale di Venezia e stiamo pensando di creare un filo diretto.

Il 3 giugno è venerdì, il giorno prima è festivo. Al comune potrebbero decidere di tenere gli uffici chiusi.

Allora saremo in due a fare “ponte”. Lasceremo comunque un avviso. E installeremo ugualmente un pilone o un qualcosa al monumento.

Francesco Appari