In questi contesti, infatti, operano piccole marinerie che esercitano attivita' di pesca artigianale con strumenti quali il tremaglio (la comune rete), il palangaro, le nasse, la posta fissa. Sono strumenti compatibili con l'habitat marino che insiste delle riserve. Col disegno di legge, afferma Oddo, "si vuole riconoscere un contributo di 3.000 euro per compensare i minori ricavi di dette imprese derivanti dalla previsione nelle Amp di zone di riserva integrale, interdette all'attivita' di pesca. Si tratta -continua il vicepresidente dell'Ars- di circa 150 imprese operanti nelle sei aree marine protette, composte da piccole unita' i cui marittimi spesso sono componenti di un medesimo nucleo familiare e che rivestono un'importante funzione sociale e di presidio di questi contesti". Questi pescatori fungono anche da attrattori turistico-culturali anche per la localizzazione in territori del tutto peculiari e per la valenza della pesca artigianale, attività' a forte rischio di estinzione a causa della pesca di frodo, la crisi del settore e l'oggettiva diminuzione delle specie ittiche.