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09/03/2011 07:32:01

"Così ammazzarono Mauro". Al processo Rostagno parla la figlia Maddalena

"Conoscevo Mauro - ha detto - fin dai tempi in cui lavoravo a Milano. Fui avvisato della sparatoria che lo aveva coinvolto via radio. Arrivai all'ospedale mentre lo scendevano dall'autoambulanza e mi pareva che fosse ancora vivo, ma in mi dissero che era già deceduto..."

14,30 - Vito Mazzara ha seguito l'udienza prendendo appunti su un agenda di colore bianco. Durante la sospensione ha optato per un pranzo leggero a base di succo di frutta alla pesca.

14,00 - "E' scomparso qualcosa, tra le cose di suo padre" ha chiesto il presidente Pellino a Maddalena Rostagno al termine della sua testimonianza.E la figlia del giornalista ha ricordato che è sparita un'agenda che Rostagno teneva sempre con se, " e poi una cassetta - ha detto Maddalena - ma non una videocassetta, un vhs, bensì una audiocassetta..."

13,30 - Gli avvocati della difesa hanno fatto domande a Maddalena sulla Comunità Saman, sulle ricchezze di Cardella, sui contrasti tra Cardella e Rostagno, e sulle vicende interne a Lotta Continua.

13,20 - E' terminata la testimonianza di Maddalena Rostagno. L'udienza è stata  sospesa, riprenderà nel pomeriggio, con l'audizione degli altri testi. Ha passato in rassegna in pratica tutta la sua vita con il padre Mauro, dall'ultimo giorno di vita fino ai viaggi insieme: "L'ultimo giorno in cui lo vidi mi rimproverò perchè io non volevo andare a scuola. Lui invece ci teneva moltissimo alla mia istruzione. Poi quel giorno lo incrociai a mensa. Infine, gli spari, che sentimmo tutti in comunità".

12,50 - "Mauro era sconfortato, perchè pensava e riteneva che Lotta Continua fosse del tutto estranea all'omicidio Calabresi".Un altro ricordo di Maddalena Rostagno: "Mauro fu intervistato dal giornalista Claudio Fava per la rivista King. Parlò della Comunità Saman, del suo lavoro, ma non menzionò mai Cardella. Dopo qualche giorno gli arrivò un fax da Milano proprio da Cardella. C'era scritto a pena che doveva cambiare camera.  Mauro dormiva al "Gabbiano", la struttura centrale della Saman, e fu costretto a spostarsi in uno degli altri edifici. Ci rimase male, ma non commentò e non litigò con Cardella perchè non voleva dargli questa soddisfazione. Non mi ricordo con esattezza cos'altro contenesse il fax, ma mi ricordo che c'era la parola "falso". Cardella era il guru della comunità, Mauro il terapeuta. Mia madre gestiva invece tutti gli aspetti pratici, era anche sulla carta l'amministratore unico della Saman".

11,25 - "Oltre ai giovani che avevano ripreso a drogarsi c'era anche un altro episodio che inquietava mio padre: la comunicazione giudiziaria ricevuta per l'omicidio Calabresi insieme ad altri leader di Lotta Continua".

11,00 - "Mi dissero che mio padre aveva avuto un incidente.Uscì fuori per andarlo a cercare e sentii l'urlo straziato di mia madre Chicca Roveri e le sirene dell'ambulanza". Con queste parole Maddalena Rostagno racconta le circostanze dell'omicidio.  Parlando invece degli ultimi giorni di suo padre: "Nell' ultimo mese mio padre fece lunghi pianti perché tre ragazzi della comunità avevano ripreso a drogarsi".

10,50 - "La cosa più strana che mi ricordo - dichiara Maddalena Rostagno - è che quando fu assassinato mio padre era in auto con Monica Serra, una delle ragazze che erano ospiti della Comunità Saman e che collaboravano con lui a Rtc. Però sui vestiti di Monica non fu trovata alcuna traccia di sangue. Lo avremmo notato, perchè tutti in quella comunità vestivano di bianco". Ad agire, quindi, secondo Rostagno, è stato un killer particolarmente efficace (come è riconosciuto tra l'altro all'imputato, Vito Mazzara) in grado di assassinare la vittima con precisione estrema. 

10,40 -  E' cominciata la deposizione di Maddalena Rostagno. Tra le lacrime sta ricostruendo i suo ricordi sull'omicidio del padre, avvenuto quando lei aveva 15 anni. 

10,00  -  Ha preso il via pochi minuti fa al Tribunale di Trapani la terza udienza del processo Rostagno.

 Visibilmente commossa Maddalena Rostagno, figlia del giornalista, che salirà tra poco  sul banco dei testimoni. "Ho atteso questo momento da troppo tempo" ha detto ai cronisti.

9,00 - Terza udienza oggi a Trapani del processo per l'assassinio di Mauro Rostagno. Sul banco dei testimoni salirà Maddalena Rostagno, figlia di Mauro. Quando suo padre fu ucciso aveva 15 anni. Previste anche le testimonianze di diversi investigatori.

Mauro Rostagno fu ammazzato la sera del 26 settembre del 1988 a Lenzi, Valderice. Alla guida di una Duna Bianca, assieme a Monica Serra, stava facendo rientro alla comunità Saman, arrivando da Rtc, la tv nella quale lavorava oramai da due anni. Monica Serra era una delle ospiti della comunità che lavorava a Rtc, i killer spararono lasciando lei miracolosamente illesa. Poi lei corse in comunità a dare l’allarme. Imputati  sono Vincenzo Virga, capo mafia di Trapani e Vito Mazzara, il killer della cosca. Virga, è detenuto a Parma, 75 anni, ha seguito il processo in video conferenza, è al 41 bis, Vito Mazzara, è detenuto a Biella. Virga è difeso dagli avvocati Giuseppe Ingrassia e Stefano Vezzadini; Mazzara da Vito e Salvatore Galluffo, padre e figlio. In aula a rappresentare l’accusa sono stati il procuratore aggiunto Antonio Ingroia e il sostituto procuratore Gaetano Paci.La Corte di Assise è presieduta dal giudice Angelo Pellino, a latere il giudice Antonio Genna. Sono 300 i testi che dovranno essere sentiti, citati da accusa, difese e parti civili, prima di Natale 2011 i giudici vogliono giungere alla conclusione.
  «Rostagno – dice il pm Paci – è stato ucciso dalla mafia perchè faceva paura come giornalista, a Trapani come dimostrato in altre sentenze c’era insediato un sistema di potere che aveva paura che Rostagno diventasse specchio di quella realtà criminale, che la raccontasse con fin troppa dovizia di particolari in tv». «A parere nostro quelli prodotti dall’accusa – ha detto fuori dall’aula il pm Ingroia – sono elementi robusti, abbiamo ottenuto dalle indagini elementi importanti sulle responsabilità della famiglia mafiosa di Trapani».