Evidentemente questa idea poteva venire solo da un non marsalese che non conosce il nostro territorio e la vocazione di ogni angolo della città.
Ma poi la giustificazione di costruire scuole a Marsala è assolutamente priva di ogni senso ed il richiamo agli affitti che paga la provincia è solamente il frutto di una politica miope e complice di questi sperperi.
Nella nostra città esiste un grande ospedale dismesso in pieno centro che rischia di cadere a pezzi e che va recuperato sia per evitare che esso diventi ricettacolo di rifiuti di ogni genere, sia per la sua importanza monumentale e, soprattutto, per utilizzare un edificio che ha un’area enorme.
Oltre alla parte antica del S.Biagio, vi è anche un’ala nuova (posta di fronte all’ex pronto soccorso) che è perfettamente agibile ed a norma e con una spesa relativamente modica potrebbe essere riconvertita in edificio scolastico.
Inoltre il buon (si fa per dire) Turano dovrebbe sapere che i lavori per la costruzione del nuovo Tribunale procedono alacremente e che, se non ci saranno intoppi, nel giro di due-tre anni il Palazzo di Giustizia si trasferirà nei nuovi locali.
Che fine farà l’attuale Palazzo di Giustizia? Quanti Istituti scolastici potrebbe ospitare questo grande edificio posto anch’esso in pieno centro?
Ed ancora:
Che fine faranno le ex caserme dell’aeronautica delle quali ogni tanto si parla in pompose quanto vacue conferenze stampa?
Quanto cemento si può utilizzare e riconvertire in questa città prima di pensare a cementificare altre aree verdi?
Perché il dialogo tra sordi che in atto sussiste tra comune e provincia deve portare a creare ulteriori gravissimi danni alla nostra città?
Perché prima di andarsene a casa a furor di popolo gli pseudo amministratori non valutano la possibilità di utilizzare questi immobili in modo da soddisfare le esigenze della collettività senza spreco di denaro pubblico e senza offendere l’ambiente lilibetano?
Non vorrei essere così maligno da sospettare che cementificare possa far bene solo alla salute degli amministratori e dei loro sodali.
Grazie per l’ospitalità.
Giovanni Gaudino