appoggi». Pier Ferdinando Casini taglia corto sull’appoggio che l’Udc siciliano continua a dare al governatore Lombardo, nonostante il cambio della maggioranza. «L’imbarazzo - aggiunge Casini - non è mio. Semmai è di altri che prima lo hanno sostenuto a spada tratta ed ora lo contestano. Loro devono provare imbarazzo. L’appoggio a Lombardo è coerente rispetto al voto che abbiamo chiesto agli elettori siciliani. Quanto al giudizio sulla sua attività, non tocca me. Tocca ai siciliani darlo perchè è giusto che sia così». «Non ho la pretesa - conclude - di fare un programma di governo per la Sicilia, il nostro gruppo parlamentare all’Ars composto da 8 deputati, ha le idee chiare su cosa serve all’Isola. Abbiamo solo un dovere verso i siciliani: governare bene la Sicilia».
MANI LIBERE - «Il Polo unico - mi viene difficile chiamarlo Terzo polo - è un processo che abbiamo messo in campo a Roma ma che cercheremo di espandere in periferia, coinvolgendo spezzoni della società civile», dice Casini che immagina «un’alternativa moderata credibile in Italia» e capace di «ricostruire un tessuto morale, civile e culturale fortemente incrinato negli ultimi mesi sul piano della credibilità per colpa di un Governo senza bussola». «Non si può di punto in bianco cambiare alleanze e strategie solo per un effetto domino che arriva da Roma - aggiunge Casini - perchè è inevitabile che il processo sia lento ma deve essere comunque coinvolgente. I miei dirigenti locali hanno mani libere sulle alleanze perchè alla base del nostro ragionamento politico c’è di dare ampio spazio alle autonomie locali. Sono in una terra che ha dato i natali a Don Sturzo e a Giorgio La Pira che sono stati i precursori delle autonomie locali». «Non mi sento - ha concluso - di bloccare l’appoggio a un sindaco uscente che ha bene operato solo perchè è in campo la proposta del "Polo unico". Ma il processo di dare l’alternativa moderata al Paese è comunque partito ed è inarrestabile».