Le argomentazioni che il presidente porta avanti vanno contro ogni logica di mercato di tipo liberale.
La proposta del sig. Bonafede è semplice: toglietemi la concorrenza (sleale) ed io abbasso i prezzi. In primis, in economie libere il prezzo non lo impone lui, come nessun altro (il prezzo di un bene è funzione del rapporto domanda-offerta); in secundis , i panificatori premono nel dire che non riescono a rientrare con le spese. Ebbene io conosco panettieri, con regolare licenza, che posseggono Ferrari in garage e a cui la finanza non applica nessun controllo (che eseguiti su certuni farebbero bestemmiare pure i santi).
Una corretta politica economica, applicata in direzione dell’abbassamento dei prezzi, impone di eliminare la concorrenza sleale (e su questo ma solo su questo sono d’accordo con il sig. Bonafede) e di concedere pari passo nuove licenze di panificazione rendendo il mercato più libero. Le chiusure protezioniste fanno solo male (comunque sia non capisco come sia possibile che negli ultimi anni il prezzo della farina sia continuamente sceso mentre quello del pane sia sistematicamente aumentato).
In parole semplici se oggi i prezzi di ogni bene (vestiti, alimentari, benzina,farmaci, servizi …)sono alle stelle la colpa non è dell’euro; la colpa è della speculazione senza controllo seguita all’introduzione dell’euro; speculazione che ogni professione applica (certe volte organizzata come nuove lobby di potere).
Se oggi siamo in crisi profonda è per la sindacalizzazione del mercato. Non certo per i troppi che esercitano una professione.
Se si lascia che i prezzi vengano imposti dalle lobby stiamo freschi ad uscirne dalla crisi. Fino a quando non si capirà che i fattori moltiplicatori e l’economia politica (che si studia pure al liceo) non sono aria fritta l’Italia è destinata ad un lungo e sofferente declino.
Distinti Saluti
Ettore