ha riassunto la sua risposta nella dichiarazione che segue: «La lettera inviata dalla Cgil a questa amministrazione e il relativo comunicato stampa, rappresentano una vera e propria forma di violenza intellettuale perpetrata contro i lavoratori. Voglio essere estremamente chiaro: ancora una volta il sindacato abdica al suo vero ruolo di tutela dei lavoratori e si spinge pesantemente sul terreno della propaganda politica, sterile, non produttiva e fatta di proposte non praticabili sul piano normativo. Sanno bene i sindacalisti della CGIL che i lavoratori cui fanno riferimento sono definitivamente usciti da ogni bacino di tutela del Fondo Nazionale per l’Ocupazione e, purtroppo, per responsabilità che non sono di questa amministrazione ma delle precedenti, non hanno più lo status giuridico che consente di applicare loro l’adeguamento salariale richiesto. Sanno bene i sindacalisti della Cgil che il poco, anzi, il pochissimo, che tali lavoratori guadagnano mensilmente è frutto di una intesa politica e delle forti pressioni esercitate da me e da altri sindaci della provincia, tra i quali il sindaco di Alcamo, per ottenere una sorta di “proroga”, accordata dalla Regione sul piano economico, con il finanziamento di progetti a sostegno dei lavoratori. Sanno altrettanto bene i sindacalisti della CGIl (che in quelle occasioni agli incontri alla Regione brillarono solo per assenza), che lo stesso assessorato Regionale specificò che questi 49 lavoratori erano da ritenersi fuorisciti dal bacino del precariato del FNO e pertanto non poteva esservi implicito riconoscimento giuridico della loro posizione. Né il Comune di Valderice può mettere a rischio gli equilibri di bilancio senza pagarne pesanti consenguenze che ricadrebbero su tutta la collettività considerato che la legge (non la volontà politica, ma l’inderogabile imperativo delle norme) non consente di sforare il patto di stablità ed il rapporto tra spese del personale e spese correnti. Tutto ciò detto, che dovrebbe essere noto ai sindacalisti della CGIL, ribadisco che il minacciare azioni di protesta, alimentare il conflitto di tali lavoratori con l’amministrazione comunale e con le istituzioni, proporre soluzioni impraticabili sul piano normativo che rischiano solo di illudere tali lavoratori è, a mio avviso, una gravissima violenza intellettuale esercitata, si badi bene, non sugli amministratori ma, in primo luogo, sugli stessi lavoratori».