L'anno scorso l'operazione fece molto scalpore perchè portò in cella sia insospettabili "colletti bianchi" sia uomini d'onore molto anziani, come l'ottantenne Nino Marotta.
Nella richiesta, avanzata al giudice per le udienze preliminari, figurano oltre al latitante castelvetranese, il fratello Salvatore e Maurizio e Raffaele Arimondi, Calogero Cangemi, Lorenzo Catalanotto, Tonino Catania, Andrea Craparotta, Giovanni e Matteo Filardo, Leonardo Ippolito, Marco Manzo, Antonino Marotta, Nicolò Nicolosi, Vincenzo Panicola, Giovanni Risalvato, Filippo Sammartano, Salvatore Sciacca e Giovanni Stallone.
L’udienza preliminare è fissata per oggi davanti al giudice delle udienze preliminari di Palermo.
Gli indagati devono rispondere, a vario titolo, di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di società e valori, estorsione, danneggiamento e favoreggiamento personale.
Ha già anticipato la costituzione di parte civile la Confindustria di Trapani con il suo presidente Davide Durante, l’incarico legale è stato conferito all’avvocato Giuseppe Novara.
L’operazione antimafia Golem II era scattata all’alba del 15 marzo dello scorso anno. In manette erano finiti uomini di fiducia e fiancheggiatori del latitante Matteo Messina Denaro.
Coordinata dal procuratore capo di Palermo Francesco Messineo, dal procuratore aggiunto Teresa Principato e dai pm Marzia Sabella e Paolo Guido della Dda, portò al fermo di 19 presunti fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro. Furono impegnati oltre 200 agenti di polizia delle questure di Trapani e Palermo. Perquisizioni s anche a Caltanissetta, Torino, Milano, Siena, Lucca e Imperia. Tra gli arrestati il fratello Salvatore, ritenuto dagli investigatori reggente del mandamento di Castelvetrano, roccaforte del super latitante. In manette Antonino Marotta, 83 anni, ex componente della banda di Salvatore Giuliano.
Il 16 giugno 2009 l’operazione Golem 1 aveva portato in carcere altri 16 persone, accusate tra l’altro di aver gestito i viaggi all’estero di Messina Denaro e di aver garantito i contatti con i boss rinchiusi in carcere al 41 bis.