con molta riservatezza, non in Procura ma nella sezione anticrimine della caserma dei carabinieri'' l'allora capitano Giuseppe De Donno insieme all'allora colonnello Mario Mori. A sostenerlo oggi in Aula e' il tenente colonnello Carmelo Canale, ascoltato oggi dalla difesa nel processo a carico del generale Mario Mori e del colonnello Mauro Obinu, accusati di favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra.
''Un giorno -spiega Canale- eravamo in Procura e il giudice Borsellino mi chiese se conoscevo il capitano De Donno. Io avevo appena conosciuto l'ufficiale per il rapporto su mafia e appalti, quindi Borsellino mi chiese un incontro blindato perche' non voleva essere visto da nessuno della Procura perche' aveva sentito una voce secondo cui il capitano De Donno era il compilatore di un anonimo. Cosi', accompagnai il dottore Borsellino alla caserma Carini di Palermo. Li' Borsellino si incontro' prima con il colonnello Mori e poi il capitano De Donno. Ma all'uscita ne' io gli chiesi nulla sull'incontro ne' lui mi disse nulla pero' so che l'argomento era proprio quello sul rapporto tra mafia e appalti''.
Al termine della deposizione, il presidente del Tribunale Mario Fontana gli chiede in che rapporti fossero Canale e Borsellino. L'ufficiale dei carabinieri dice, commosso: ''Borsellino mi definiva un amico e in genere si confidava con me''. E il presidente obietta: ''Allora non e' strano che non le avesse detto nulla dell'incontro con Mori e De Donno?''. E Canale replica: ''Il giudice voleva sapere chi era questo capitano De Donno''.