“l’archeologia non è certo ammuffita né ancorata allo stile e al carattere degli archeologi del secolo scorso”.
E desidero, anzitutto, esprimere la mia soddisfazione, che mi auguro sia condivisa da tutti, dico tutti, i marsalesi per il fatto che dal 15 settembre del 2010 abbiamo finalmente, per legge regionale, il “Servizio Parco archeologico e ambientale presso le isole dello Stagnone e delle aree archeologiche di Marsala e dei Comuni limitrofi”, e che di esso Parco è Direttore Maria Luisa Famà.
Leggo ancora che fino al 20 ottobre hanno lavorato per il neonato Parco solo in tre: la Famà, l’architetto Vito Vaiarello e l’architetto Caterina Mione. “Solo tre persone per avviare (sic) i motori di un Parco da creare praticamente ex novo (sic) data la situazione pregressa delineata da Aldo Ruggieri. Il quale nulla di strano aveva scritto, su questo stesso foglio, se non che il Parco era morto (la Famà dice che ora è risorto); che si devono avviare lavori ex novo data la situazione pregressa che era – è giusto ripeterlo – di morte.
Ora, dopo il 20 dicembre cioè, sono dieci le persone destinate a lavorare per il Parco “neonato” – “Un bel numero – dice la Famà – paragonando questo organico con quello degli altri Parchi archeologici neonati della Sicilia”.
E aggiunge: “Siamo forti e pieni di entusiasmo perché il Parco “morto” risorga a nuova vita….Abbiamo di fronte a noi una bella e potente sfida: la “restituzione” (sic) ai marsalesi e a tutto il mondo di un parco archeologico di importanza straordinaria per le sue preziosissime testimonianze….”E ancora, declinando il mio riferimento a Sebastiano Tusa: “poco potrà fare, visto che le competenze di gestione, valorizzazione e conservazione dei monumenti del Parco si attestano alla scrivente”. Quindi a lei sola onori ed oneri per quel che sarà. Questa forza e quest’entusiasmo ho personalmente notato nel corso della conferenza-stampa alla quale il Sindaco della Città ha portato il suo contributo di sostegno anche finanziario per scavi e organizzazione.
Nella conferenza sono stati toccati e illustrati i temi della fruizione, della conservazione e valorizzazione, degli scavi che si faranno, uno a me particolarmente caro perché trattasi di un grande musaico, probabilmente di una villa, che ebbi la gioia di vedere al tempo in cui fui Ispettore Onorario con la Soprintendente Jole Marconi Bovio; di manifestazioni culturali all’interno e per il Parco e di tante altre buone cose.
Io che più o meno pazientemente ho aspettato e desiderato il Parco, che ho sofferto come cittadino, pur essendomi ribellato, senza successo, contro alcuni errori nelle scelte di scavi e nella protezione dei musaici della Villa Romana e nella difficile fruizione degli altri musaici sotto il Cinema Impero, e della sorte di Crispia Silvia sormontata da un palazzo che non si doveva costruire su di essa, ora sono contento dell’impegno promesso da Marisa Famà e dalla sua equipe. Ho un interlocutore pieno di entusiasmo e di capacità. Di volontà di riuscire a restituire al mondo e alla Città il Parco – che deve meritarselo amandolo, visitandolo, difendendolo – un Parco pieno di tesori inestimabili; un interlocutore che, come me, vuole la resurrezione di un Parco “morto”, che non vuole “un’archeologia ammuffita”, che guarda oltre le precedenti miopie e paure e circospezioni. Ma occorre che ognuno faccia la sua parte. A cominciare dal Comune per quel che deve seguire e a finire ai cittadini i quali dovranno finalmente – e il finalmente ci sta – appropriarsi della cultura del Parco di Porta Nuova per farne finalmente patrimonio sentito della nostra civiltà antica proiettata verso un futuro che non la cancelli ma sappia esaltarlo.
E anche la stampa, telematica e cartacea, faccia la sua parte incalzando, proponendo, aiutando il buon lavoro e la volontà e l’entusiasmo con cui Marisa Famà e i suoi collaboratori si sono messi all’opera. Per una completa resurrezione.
La legge regionale ci ha dato il Parco! Facciamone veramente una risorsa morale, culturale, sociale, economica della nostra Marsala.
Gioacchino Aldo Ruggieri