in seguito ai ricorsi ed agli scandali che hanno accompagnato il precedente concorso.
Sono spinta da un naturale rigurgito di amor proprio, ma soprattutto di onestà morale ed intellettuale ad alcune riflessioni.
Nella mia ormai lunga carriera di docente ho avuto a che fare raramente con dirigenti degni di questo titolo; negli anni passati voci di corridoio attribuivano a certi presidi il merito del tesseramento politico nella DC più che della loro effettiva preparazione. L’ultimo concorso poi in Sicilia è stato veramente scandaloso: la prima selezione veniva fatta attraverso i titoli, peraltro autocertificati: pare che molti candidati non avessero effettivamente i titoli dichiarati, ma tuttavia sono stati ammessi alle prove a discapito dei più onesti che naturalmente sono stati esclusi. Mi chiedo se sia legittimo in un paese democratico impedire ad un cittadino di accedere ad un concorso, di mettere alla prova le proprie capacità e di poter tranquillamente attribuire alla proprie carenze il non superamento di un pubblico concorso. I titoli, quelli veri e certificati, sono importanti , ma al fine dell’inserimento in una graduatoria di merito, dopo aver superato le prove di concorso.
Alcuni hanno fatto ricorso, io no, perché, da cittadina corretta, essendo il mio punteggio calcolato con precisione e riconosciuto, contro cosa e contro chi avrei dovuto ricorrere?
Eppure chi ha prodotto ricorso è stato ammesso! Non voglio ricordare le varie fasi e le beghe che hanno accompagnato tutto l’iter concorsuale e che hanno portato alla sospensione dal servizio dei neodirigenti dopo due anni scolastici e poi ancora all’annullamento del concorso, alla ricorrezione delle prove scritte dei non ammessi, per un eventuale ripescaggio, né al decreto salvifico dei dirigenti.
In simili circostanze è legittimo chiedersi se la commissione esaminatrice sia stata veramente all’altezza del compito a lei affidato, visto che sono stati ammessi alle prove orali e poi diventati dirigenti docenti incapaci di scrivere quantomeno in forma corretta . Incapace quindi la commissione oppure in mala fede o peggio, qualcuno potrebbe pensare, corrotta. Certo è che oggi dei 416 dirigenti parecchi sono impreparati a questo ruolo, e ancora una volta il merito e la serietà e l’onestà si vedono surclassati da furbi, incapaci e impreparati. Non è una novità in questo Paese e in questa Regione, ma non per questo si deve tacere oltre che sopportare una condizione che porta la gente seria, onesta e preparata a subire, ad essere mortificata . Onestamente la dignità di una persona non può essere nemmeno scalfita da questi scandali: ma l’amarezza resta, brucia l’ingiustizia e fa male, ancor più nella nostra professione così nobile di educatori, trovarsi talvolta come capo d’istituto un ex collega non particolarmente capace né meritevole, permeabile a compromessi, sensibile più verso politiche e atteggiamenti clientelari, lodi e sviolinate da parte di chi sente più vicino a lui, piuttosto che attento nel gratificare chi lavora con scrupolo e serietà, che però fortunatamente è ripagato dal riconoscimento degli alunni e delle loro famiglie.
Non vorrei apparire un’ingenua matura signora che solo ora, vicina al pensionamento, si è accorta che nel nostro Paese ci sono intrighi e raccomandazioni, che in Italia, in generale, e in Sicilia, in particolare, il merito non conta.
Ma ho voglia di urlare la mia rabbia per tutte le ingiustizie, troppe, che, chi cerca di vivere nel rispetto delle regole perché è convinto nel profondo del suo essere che in questo e solo in questo, sta il vero senso della libertà e della civile convivenza , sia continuamente non solo prevaricato, ma anche surclassato e quasi vilipeso da gente senza scrupoli e valori, da servi sciocchi, che si affollano alle porte dei “signori” della politica per riempire le loro sportulae.
Mi pare significativa la frase che Sciascia mette in bocca al vecchio professore, modello di onestà, cultura e dedizione, quando, interrogato come testimone da un magistrato, suo ex alunno, assai scarso a scuola, che gli sbatte in faccia la sua posizione con aria di superiorità e di rivalsa: “ se a scuola fossi andato peggio, per ora saresti più in alto”. ( Una storia semplice)
Ebbene, ho insegnato ai miei figli i valori del merito, dell’onestà, del rispetto delle regole, li ho insegnati ai miei moltissimi alunni, li insegno tuttora!
Ma mi chiedo con estrema amarezza se non avrei fatto meglio ad insegnare loro quelle che sono oggi le strategie per affermarsi, piuttosto che contribuire ad ingrossare le file dei futuri cittadini corretti e delusi.
Delusi dallo scempio della società, della politica, della cultura, dalla totale mancanza di scrupoli, dall’arrivismo, dalla disonestà. Questi mali li vedo intorno a me, nel luogo in cui lavoro, nell’ambiente politico in cui sono entrata per dare un contributo al cambiamento, sento che ci stanno soffocando, sento che chi la pensa come me, non ha la forza di reagire di urlare di combattere e sento ancor più che manca anche la capacità di indignarsi!
Angela Guercio