L'inchiesta giudiziaria sul caso Ruby e il progressivo indebolimento della maggioranza, dovuto alla rottura con Fini, hanno in parte logorato, agli occhi dell'opinione pubblica, l'immagine e il progetto di governo di Silvio Berlusconi che attraversa oggi il momento più delicato della sua carriera politica. Ma, per più di 8 italiani su 10, le vicende degli ultimi mesi hanno anche significativamente rallentato l'attività del Governo, allontanandolo dai problemi e dalle emergenze del Paese. È quanto emerge da un'indagine realizzata dall'Istituto Nazionale di Ricerche Demopolis su un campione rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne.
Sotto la sufficienza è, nel complesso, il giudizio su quanto fatto dal Governo negli ultimi 12 mesi. "I cittadini - afferma il direttore dell'Istituto Demopolis Pietro Vento - promuovono l'Esecutivo nelle politiche di contenimento della spesa e nell'azione per la sicurezza urbana e la lotta al crimine. Una netta bocciatura per il Governo arriva però sulle riforme mancate: il fisco, il rilancio del sistema produttivo, gli interventi per il lavoro e l'occupazione giovanile. La percezione degli italiani è quella di una condizione di stasi, di persistente incertezza: cresce la sfiducia nelle istituzioni politiche, nei partiti di maggioranza e di opposizione".
Dall'indagine Demopolis realizzata per il programma Otto e Mezzo condotto da Lilli Gruber, emerge un Paese diviso sull'opportunità di un passo indietro da parte del Premier. Per il 53% dei cittadini, intervistati dall'Istituto Demopolis, Silvio Berlusconi dovrebbe dimettersi, anche per sbloccare l'attuale situazione di stasi. Contrario invece il 40% degli italiani. Solo il 7% non prende posizione.
Con una netta polarizzazione dell'opinione pubblica: favorevole alle dimissioni l'86% di chi ha votato PD e IdV nel 2008, appena il 9% della base del PDL. Ma, a sorpresa, si dichiarano favorevoli alle dimissioni anche quattro elettori su dieci della Lega, in parte infastiditi dalla mancata attuazione, fino ad oggi, di ampia parte delle riforme previste nel programma di Governo. Per superare l'attuale conflitto politico-istituzionale, che si trascina ormai da mesi, cresce il numero degli italiani che sarebbe oggi favorevole ad un ritorno alle urne.