Per il presidente dell'Ars, Francesco Cascio, "la bocciatura è un fatto negativo, perché s'é persa non solo l'occasione per dare un ulteriore segnale in direzione della riduzione dei costi della politica, ma anche per dimostrare la volontà del Parlamento regionale siciliano, sia pur nel rispetto delle nostre prerogative autonomistiche, di adeguarsi alle altre realtà legislative d'Italia". "Tale riduzione - aggiunge Cascio - appare opportuna anche alla luce del raffronto con i dati provenienti dalle altre Regioni. Basti pensare che, valutato il rapporto tra abitanti e deputati, il dato siciliano (1 deputato ogni 55.746 abitanti) risulta paradossale rispetto, ad esempio, alla Lombardia, dove, invece, vi è un consigliere ogni 118.440 abitanti". "Credo - conclude Cascio - sia venuto il momento che la Sicilia dimostri la volontà di evolversi anche sotto questo versante, perciò intendo ricorrere agli strumenti che il regolamento interno espressamente mi attribuisce, affinché il provvedimento non vada perduto e venga sottoposto all'aula, cosicché i deputati possano esprimere il loro voto alla luce del sole".
Su 11 deputati presenti in I commissione al momento del voto, sono stati otto i contrari al ddl e tre i favorevoli: Giovanni Barbagallo (relatore), Nino Di Guardo e Lillo Speziale, tutti del Pd. "Padre" della norma è stato Barbagallo, che da due anni si batte per fare votare il provvedimento. Secondo il PdL i componenti del gruppo in commissione hanno votato contro rispetto a "una valutazione tecnico-giuridica del testo presentato". "In aula apporteremo le giuste correzioni - sostiene il gruppo del Pdl in una nota - e approveremo un testo che sia compatibile sotto il profilo giuridico. Auspichiamo che il presidente Cascio calendarizzi già per martedì prossimo l'esame del ddl in aula".