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18/01/2011 15:21:13

Scrive Massimo Pastore, sul caso Ruby e le "pecore senza pascolo"

Personalmente non riesco più a seguirla, a commentarla, a fare battute idiote sui doppi sensi che la faccenda riesce a ispirare. Oggi un noto quotidiano inglese scrive che l'Italia è un paese senza vergogna. In realtà, l'Italia è un paese senza anima e senza testa e se si pensa che tutto questo avviene in coincidenza con l'inizio dei festeggiamenti del 150° anniversario dell'unità, viene voglia di abiurare cittadinanza, nascita e, in certi momenti, persino lingua. Ma, lo dico senza tanti giri di parole, dei festini del signor B. non me ne importa nulla! Non è questo il problema. Anzi, il problema non è neanche il "nostro" Presidente del Consiglio. Il problema vero, e di difficile spiegazione, siamo noi. È questo sangue guasto che ci scorre nelle vene, questa incapacità congenita di sentirci cittadini custodi di doveri e di diritti, questa riluttanza ad assumerci la responsabilità di individui pensanti e a preferire, al contrario, l'irresponsabilità del gregge. E ancor più problematico da spiegare mi risulta l’entusiasmo con cui la corte del signor Presidente cerca in ogni modo di proteggerlo, profondendosi in spericolate e funamboliche teorie giuridiche, morali, etiche, psicologiche e chi più ne abbia ne metta. Neanche i componenti del Gran Consiglio del Fascismo, che pure con Mussolini avevano condiviso responsabilità ben più gravi dall'organizzare un festino "piccante", riuscirono a far finta di niente di fronte il disastro della Nazione verso il quale il Duce - con il loro compiaciuto sostegno - aveva condotto. Alcuni di loro pagarono con la vita questo "tradimento" grazie al quale, per certi versi, l'Italia riuscì a svegliarsi dal sonno letargico nel quale si era cullata per vent'anni. Qui, invece, questi signori non riescono neanche a pronunciare una parola di dubbio, a mostrare un qualsivoglia imbarazzo, a elaborare un pensiero autonomo e dignitoso, ad alzare la voce e dire basta! Sono loro la vera vergogna di questo Paese e siamo anche noi tutti che ci limitiamo a commentare, ad ammiccare, a ridere come dementi sprofondati nei nostri soffici salotti. Chi ci salverà da tanta ignominia? Un'intera Nazione esposta al pubblico ludibrio solo per non dispiacere il padrone: chi lo spiegherà alle prossime generazioni? Come faremo a guardare negli occhi i nostri figli quando ci chiederanno il conto di tanta vigliaccheria? E che dire di un'opposizione attanagliata nel terrore di elaborare un concetto che non sia alla portata degli spettatori di "Uomini e donne"? Perché non si decidono a dar vita a un nuovo Aventino? Perché non abbandonano i lavori del Parlamento fino a quando il Governo non presenti le sue dimissioni? Perché? E noi tutti perché non scendiamo in piazza a gridare, a manifestare la nostra voglia di finirla con tutta questa farsa disgustosa? Abbiamo forse bisogno di essere ancora autorizzati? Da chi? Ma siamo, come già detto prima, pecore e per giunta senza pascolo. Quindi non c'è bisogno di continuare a cercare risposte. Solo domande che, temo, non serviranno a niente e a nessuno. Neanche ad arginare il mio stesso disgusto.
Massimo Pastore

P.S.
Non vi sfuggirà la simpatica possibilità di ironizzare sul collegamento tra il titolo e il mio cognome. Non ne ho trovato uno di meglio.
(Di titolo. E anche di cognome)