I coniugi si prendevano cura, in pratica, di un bimbo che non era loro. Le indagini sono state avviate a luglio, dopo una segnalazione da parte dei servizi sociali. Mediante forme di pedinamento, intercettazioni telefoniche e ambientali. L’avvocato della coppia, Rosa Sanna, 36enne di Catania, è finito in carcere per aver corrotto con una tangente di cinque mila euro, il medico biologo nominato consulente dalla Procura di Trapani per accertare se il neonato partorito dalla ragazza fosse effettivamente figlio dei due signori.
Il marito avrebbe attestato falsamente al Comune che il neonato, partorito da una ragazza disabile, era suo figlio naturale. Dopo l’avvio dell’inchiesta, poi, la coppia si era rivolta al legale che avrebbe tentato di corrompere il medico per accertare il dna del bambino che oggi ha sei mesi. L’avvocato deve rispondere di corruzione e di alterazione di stato, reato, punibile fino a quindici anni di reclusione.
L'uomo, dunque, è tornato libero. "Inizialmente credevo davvero che quello fosse mio figlio" ha detto agli investigatori. Ha confessato con la moglie tutto al gip Massimo Corleo. I due coniugi sono assistiti dall'avvocato Michele Magaddino. Nei giorni scorsi era tornata in libertà anche l'avvocato Rosa Sanna.