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14/01/2011 12:18:54

Scrivono l'arciprete di Marsala ed Enzo Zerilli, sul volontariato, i contributi, gli sprechi

Carissimo Lillo,
permettimi il tono confidenziale della presente per dirti anzitutto che si possono avere idee diverse senza odiarsi; si può lottare per la giustizia senza uccidere Caino.

Ti sono grato per quanto hai detto in merito all’arciprete e all’associazione “A braccia aperte”.
Ti devo dire che a me interessano poco gli scopi politici del Sindaco, della maggioranza o della minoranza nel fare le cose o nel contrastarle puntualmente.
Lascio a voi uomini politici questi giochi di potere; se per voi è questo fare politica, fate pure!
Io preferisco mettermi davanti il povero Fedor, morto di freddo nei bagni pubblici della mia città, così pure Filippo che per mesi ha dormito alla stazione, Vincenzo, Anna, Salvatore; così pure Paolo e sua moglie Sara alloggiati dalla Chiesa madre provvisoriamente nella casa di Sant’Antonino… mi dico: perché loro e non io, oppure tu?
“A braccia aperte” non vuole rubare i soldi al Comune e non mi interessa se la Fondazione San Francesco è vicina all’On. Grillo o se è vicina a te; a me interessa una cosa sola: dare ad ogni uomo, donna, bambino, con i soldi che non sono né del Sindaco, né dell’On. Grillo, né miei, ma di loro, una casa dove vivere.
Ti prego, anzi, dacci una mano!
Quando su alcuni problemi come questi faremo una politica senza destra, centro o sinistra, senza Chiesa e senza anticlericali, ma a favore solo dell’uomo cha ha bisogno e che soffre?
Lillo, questa associazione che ha avuto un parto difficile anche all’interno della Chiesa non si approprierà di un centesimo per le sue tasche; stanne sicuro!
L’unica cosa per cui avrei gradito che ti fosti esposto è l’esiguità del contributo (€ 25.000 !), impari al progetto, ma tu sai che se non ci sono persone che osano iniziare, non si realizza nulla.
Ti dico la verità: non mi aspettavo da te un attacco a un progetto che da tempo sarebbe dovuto essere stato presentato dai partiti che hanno avuto a cuore storicamente il bene della gente povera.
Non sono cliente di nessuno, ma di un solo SIGNORE e in nome suo penso che sia doveroso dare i soldi a quelli ai quali appartengono: ai poveri. Una volta era la bandiera di partiti che sempre ho considerato del popolo… mi devo ricredere?
Al di la di tutto, la mia stima e il mio affetto.

Don Giuseppe Ponte, Arciprete Chiesa Madre Marsala

 

Ho seguito con molta attenzione, in questi giorni, la discussione sollevata dai consiglieri Agostino Licari e Lillo Gesone in merito ai contributi che l’amministrazione comunale ha stanziato a favore delle associazioni di volontariato. Con altrettanta attenzione, ho letto la risposta del sindaco Renzo Carini sulla vicenda.
Da operatore del settore, ritengo che non si possa ridurre il ruolo del volontariato a semplici questioni economiche. E’ offensivo credere che il volontariato dipenda esclusivamente dall’elargizione di contributi. Il volontariato è infatti frutto della disponibilità libera e gratuita che tante persone decidono di riservare per la crescita sociale e culturale del proprio territorio, operando spesso in supplenza rispetto alle istituzioni.
Ed è proprio il concetto di libertà che sta alla base del volontariato che permette ai suoi operatori di indignarsi (parola purtroppo in via di estinzione in questo paese) di fronte a scelte basate su criteri non condivisibili. Per questa ragione, come già affermato e scritto negli anni passati, ritengo inconcepibile e offensivo il criterio dei finanziamenti a pioggia alle associazioni, come determinato con le ultime delibere di giunta. Nello specifico, 35 associazioni di volontariato del territorio, ricevono 12.900,00 €: tra queste ce ne sono alcune che sono attive da molti anni e che svolgono un ruolo fondamentale nel territorio, come il CIF (a cui vengono dati appena 200 €) o l’Avis (che ne ottiene 400 €). Tutto questo mentre l’associazione “Oltrecittà” ha ricevuto un contributo di 10.000 € dal Comune di Marsala (a cui si aggiungerà anche quello della Provincia di Trapani) per lo spettacolo di cabaret di Toti & Totino. Un appuntamento nato per finanziare una raccolta di fondi destinata alla casa accoglienza “Servi di Gesù povero” che dovrebbe accogliere barboni e senzatetto del nostro territorio. Un progetto ideato dalla neonata associazione “A braccia aperte” e finanziato a sua volta dall’amministrazione con un contributo di 25.000 €. Ci permettiamo di evidenziare che di barboni e senzatetto si occupa da anni la Fondazione San Vito (diretta da padre Francesco Fiorino) che con ottimi risultati, peraltro riconosciuti anche dalla Diocesi, assicura da lunedì a sabato un pasto caldo agli indigenti. Ci chiediamo: sono stati coinvolti? Ha senso creare un doppione di una struttura già esistente? Se l’intento fosse stato quello di aiutare davvero senzatetto e barboni, si poteva – con una spesa anche inferiore – concertare con la Fondazione San Vito una serie di interventi per arricchire l’offerta di servizi da loro garantiti. Si è scelta un’altra strada che mi permetto di non condividere (anche se in questo paese il dissenso è ormai visto come un atto di ostilità e non come un legittimo esercizio del diritto di critica).
Alla luce di tutto ciò, mi chiedo se non sia arrivato il momento in cui tutte le associazioni non debbano riunirsi attorno a un tavolo e decidere di rinunciare ai contributi a pioggia dell’amministrazione comunale, tenuto conto che non sarà un bonifico di 200 € (o di 500 €, come quello destinato all’associazione di cui faccio parte) a tenere in vita il volontariato a Marsala.

Il presidente dell’associazione “Amici del Terzo Mondo”
Vincenzo Zerilli

 

P.S. Non è necessario scomodare il Vescovo; ci difendiamo, se necessario, da soli.