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13/01/2011 10:26:47

Doppio incarico per tutti. La Sicilia spreca 44 milioni

La data da ricordare è il 30 dicembre 1965. In quel giorno i deputati dell’Assemblea regionale siciliana, il parlamento dell’isola, approvarono una legge che equiparava i loro stipendi a quelli dei senatori della Repubblica italiana. Significa che c’è di che gioire ad essere eletti: gli onorevoli siculi godono di indennità che non scendono mai sotto i 19-20mila euro lordi al mese. E questo è lo stipendio di base, al quale vanno sommati benefit, extra e introiti derivanti dai doppi incarichi. Alla fine, ogni mese i fortunati incassano circa 15mila euro netti al mese, mentre il presidente della Regione arriva a 20mila.

LA ZAVORRA I conti della serva sui costi dell’Ars li hanno fatti i cronisti palermitani di Repubblica Enrico Del Mercato ed Emanuele Lauria, nel bel libro La Zavorra. Sprechi e privilegi nello Stato libero di Sicilia (Laterza, pp. 158, euro 14). Tra stipendi e pensioni, i parlamentari siciliani costano 44milioni e Smila euro all’anno. Stiamo parlando di cifre che risultano ancora più spropositate se paragonate a quelle della Lombardia. Per l’anno 2010 Milano ha previsto 17 milioni e 462mila euro di spese correnti per indennità, rimborsi e diaria dei consiglieri regionali. Nel bilancio dell’Ars, come ben documentano Del Mercato e Lauria, ne erano previsti 22milioni e 350mila. La differenza nel numero di componenti delle relative assemblee, per di più, è minima. In Lombardia ci sono 80 consiglieri, in Sicilia 90. Soltanto che l’isola ha poco più di 5 milioni di abitanti, la Lombardia ne ha 9milioni e 800mila. Vuoi dire che in Sicilia c’è un deputato ogni 55.746 abitanti, in Lombardia uno ogni 118.440. In soldoni, vuoi dire che all’anno un consigliere dell’Ars grava sulle casse pubbliche per 496mila e 400 euro. Quasi mezzo milione di euro ogni dodici mesi per mantenere un politico locale. La Lombardia ne spende 304. 525. Tra stipendi e vitalizi, la Sicilia spreca 20 milioni e 300mila euro in più della Lombardia per finanziare il suo ceto politico.

Ma il fiore all’occhiello di Palermo e dintorni resta l’accumulo di incarichi e indennità extra. Nel maggio del 2008, 72 consiglieri su 90 godevano di una seconda carica (ora, fortunatamente, sono “soltanto” 59). Hanno diritto a soldi in più i nove membri del Consiglio di presidenza: il presidente piglia 7.700 euro al mese; i due vicepresidenti 5.149 euro; i tre questori 4.962 euro a testa; i tre segretari 3.318 euro. Come se i 19-20mila euro lordi mensili non fossero sufficienti… Se poi un deputato gode di un favore particolare da parte degli astri e finisce a far parte della Giunta regionale, si piglia 2600 euro netti in più ogni trenta giorni. Dirà il lettore sensibile alle ingiustizie: ma se uno fa l’assessore regionale senza essere anche deputato, è discriminato. Eh no, anche qui c’è la formuletta riequilibratrice: gli assessori che non fanno parte del Consiglio hanno diritto a ricevere lo stipendio da parlamentare. Geniale, no? Un presidente della Regione, invece, oltre allo stipendio da deputato, piglia 3200 euro al mese.

LE COMMISSIONI Poi, ci sono le commissioni. Nel 2008 erano dieci e ciascuna consentiva ai propri componenti di arrotandare la miserrima busta paga. Un presidente di commissione piglia 3.318 euro lordi mensili, i vicepresidenti (sono 23) arrivano a 829 euro ciascuno e i segretari (22) intascano 414 euro. Denari sudati, sudatissimi.
La Commissione per riforma dello Statuto, per esempio, ha lavorato – tra il 2008 e il 2009 soltanto una manciata di ore. Sette e mezza in dodici mesi, per l’esattezza. Tanto che, scrivono Del Mercato e Lauria, «il lavoro prezioso dei suoi componenti, a partire dal presidente Aricò (…) è costato alle casse pubblica 5300 euro l’ora, lo stesso importo dell’indennità mensile di due metalmeccanici».