C’è quello che ha il vizio di mettersi sulla divisa “gradi che non gli spettano”. Ci sono quelli ai quali è stata ritirata la pistola, quello che usa l’auto di servizio per fini personali. Sono solo alcuni dei casi denunciati nella nuova lettera del fantomatico “popolo dei vigili urbani onesti” inviata agli organi di stampa marsalesi e alle autorità. Una lettera anonima che torna a scuotere il comando di polizia municipale a Marsala a più di due anni dalla precedente lettera, che aveva denunciato comportamenti e omissioni ben più gravi.
Allora come oggi partono in parallelo due indagini. Una interna al corpo per capire chi possa essere il “delatore” di turno, e una nel merito delle accuse più circostanziate che possono far profilare degli elementi di reato (su molti elementi del corpo municipale gravano già delle indagini in corso).
Circa il primo punto, però, emerge un particolare. L’autore ( o gli autori) di questa lettera non è lo stesso “Popolo dei vigili urbani onesti” dell’altra volta. Troppo diversi stile, contenuti, forma dello scritto. Anche perché è diverso l’obiettivo: mentre la precedente lettera “mirava” sostanzialmente alla destabilizzazione di un sistema che aveva il suo perno nel precedente comandante La Rosa (con un precipitare degli eventi), il nuovo obiettivo di questa lettera sembra essere il nuovo comandante, Vincenzo Menfi, del quale tutto si può dire, tranne che sia un continuatore dei metodi di La Rosa, non fosse altro per il fatto che negli ultimi anni è stato distaccato presso la sezione di polizia giudiziaria alla Procura della Repubblica di Marsala.
Questa volta il “popolo dei vigili urbani onesti” sembra scendere in campo più per vendicarsi che per denunciare, per una sorta di regolamento di conti in un corpo di polizia municipale che non conosce pace.
Circa il merito delle accuse, poi, è lo stesso comandante, Menfi, ad intervenire. In una lettera aperta inviata agli stessi destinatari della lettera anonima Menfi definisce le informazioni contenute “false, calunniose” e tendenti a ledere il suo prestigio professionale. “Trapela il tentativo di destabilizzare il corpo di polizia municipale di Marsala” denuncia Menfi. Traccia anche lui il suo identikit: “Si tratta di qualcuno in preda a folli e incomprensibili sentimenti di invidia o di risentimento personale” che scrive allo scopo di impedire proprio al nuovo comandante “il libero e legittimo compimento delle sue scelte personali”. Nella stessa lettera Menfi ricorda i risultati a suo dire “eccellenti” raggiunti “in soli sei mesi di attività dirigenziale” nel contrasto dell’abusivismo e di altre forme di illegalità nel territorio.
E sul merito delle accuse ai singoli esponenti del corpo. “Le affermazioni sono calunniose” dichiara Menfi, che però non aggiunge particolari: “Ho scritto tutto in una separata comunicazione di notizia di reato che sarà consegnata al Procuratore”.
“Da tredici anni ricopro ruoli dirigenziali nella polizia locale con grande passione e con successo – rivendica Menfi – e non posso tollerare la calunnia dei vigliacchi autori di questa lettera”.
La precedente lettera anonima sulla polizia municipale di Marsala è di fine 2008. Anche in quel caso un non meglio identificato “Popolo dei Vigili Urbani Onesti” in una lettera indirizzata alla Procura della Repubblica di Marsala, alla Corte dei Conti di Palermo, al Sindaco Renzo Carini e ad altri soggetti ed enti compresi gli organi di stampa, rappresentò la presunta corresponsione di emolumenti ad alcuni vigili in spregio alle normative contrattuali, la presunta distrazione di fondi a favore di altre attività, l’uso improprio dell’auto di servizio , concessione di settimana “corta” a mò dei ringraziamento di presunti servigi resi, favoritismi nei confronti del personale e in un caso, viene segnalato anche un presunto incidente con l’auto di servizio occorso ad un ispettore in attività di distacco sindacale che sarebbe stato considerato come accaduto in servizio .
Intanto la Procura di Marsala ha chiesto il rinvio a giudizio di 22 vigili urbani, tra cui anche l'ex comandante Giuseppe La Rosa, con l'accusa di omissione di atti d'ufficio. Secondo i pm in diverse occasioni, infatti, i vigili indagati non avrebbero multato automobilisti indisciplinati o effettuato sequestri di merce messa in vendita da commercianti abusivi. La prima udienza preliminare davanti al gup è stata fissata per l'1 febbraio. Per altri due vigili, invece, è stata chiesta l'archiviazione.