L’Isola si conferma nel gruppo delle regioni italiane con i redditi più bassi. A fotografare la situazione sono i dati diffusi dall'Istat su «Distribuzione del reddito e condizioni di vita in Italia negli anni 2008- 2009». Cifre che parlano di un paese diviso in due dove cresce il disagio economico.
DATI PREOCCUPANTI - Spulciando fra le tabelle dell’Istituto di statistica viene fuori un ritratto preoccupante. L’anno scorso il 15,2% delle famiglie – secondo l'indagine - ha presentato tre o più sintomi di disagio economico. In Sicilia, per dare una idea del fenomeno, il 48,6 per cento dei nuclei familiari non è riuscito a fare fronte a spese impreviste dell’ammontare di almeno 750 euro, contro il 25,4 per cento di situazioni analoghe registrate al Nord. Il 27,8 per cento delle famiglie siciliane arriva a fine mese con difficoltà ma i dati si fanno ancora più pesanti quando si parla di bisogni di prima necessità: l’11 per cento riesce a mangiare in maniera adeguata ogni due giorni e il 28,3 per cento non ha i soldi per riscaldare le abitazioni. I nuclei familiari siciliani e meridionali sono quelli che nel 2009, nel 13,8 per cento dei casi, non sono riusciti a pagare regolarmente le bollette di acqua, energia elettrica e gas, contro il 6,2 per cento dei casi registrati al Nord.
SCADENZE DISATTESE - Lo stesso è avvenuto per le scadenze del mutuo o dell'affitto: a non riuscire a far fronte queste, accumulando arretrati, è stato 12,1 per cento delle famiglie contro il 9,2 del Nord. Ma il disagio e le diseguaglianze non si fermano qui: sempre nel 2009, il 18,5 per cento non è riuscito a pagare le spese mediche, problema riscontrato al settentrione soltanto nel 7 per cento dei casi. Più che raddoppiato il dato che descrive la capacità di poter acquistare abbigliamento: il 25,1 per cento non ne ha comprato; il 13,8 per cento non è riuscito a pagare le spese per i trasporti.
UN TERZO DELLA POPOLAZIONE A RISCHIO POVERTÀ - Il Codacons parla di crisi annunciata: «I dati resi noti dall'Istat confermano quanto sosteniamo da un anno, ossia che se ai poveri ufficiali registrati dall'Istat aggiungiamo i quasi poveri che faticano ad arrivare a fine mese, si arriva al dato drammatico di un terzo della popolazione che è a rischio povertà».
(Fonte Italpress)