È pertanto possibile il sequestro del libretto di circolazione delle vetture che hanno pagato la tassa in Sicilia quando circolano sul territorio nazionale. Tutto ciò a causa di un contenzioso tra lo Stato e la Regione siciliana in corso da oltre due anni. Motivo
dello scontro istituzionale è il diritto all’incasso di questa tassa.
IL CONTENZIOSO - La Regione sostiene essere di sua pertinenza, perché spiegano dagli uffici dell’amministrazione:
«La competenza e le spese di gestione della motorizzazione civile in Sicilia sono a carico della Regione». Lo Stato, dal canto suo, sostiene che trattandosi di una tassa stabilita con legge nazionale i soldi devono andare al ministero dei Trasporti: di conseguenza non registra nell’apposita banca dati consultabile dalle forze dell’ordine l’avvenuta revisione». A fare le spese di questa situazione è stato fra gli altri un automobilista agrigentino, Diego Avanzato, che al Tgr della Rai racconta: «I vigili urbani mentre ero a Roma per lavoro non hanno potuto riscontrare nel centro elaborazione dati della motorizzazione civile la revisione che avevo effettuato in Sicilia e mi hanno sequestrato carta circolazione e auto che si trova ancora nel garage dell’albergo». Ma non basta «i vigili», aggiunge, «mi hanno anche contestato la falsificazione in atto pubblico».