dell'Interno e al prefetto. E nelle lettere (quattro i destinatari) «si mette in dubbio - si legge nella querela che i due agenti della Polstrada che hanno sanzionato l'infrazione hanno presentato contro il protagonista della vicenda, l'avv. castelvetranese Giovanni Scaminaci - la professionalità» di chi aveva piazzato l'autovelox. Ed inoltre «si lascia intendere - proseguono i due poliziotti - un'omissione dei propri doveri e si offende il nostro onore e decoro».
A sporgere denuncia contro il legale di Castelvetrano, nei confronti del quali si ipotizzano i reati di calunnia e diffamazione, sono stati gli assistenti capo Claudio Errera e Alessandro Sparla, all'epoca dei fatti (agosto scorso) in servizio al distaccamento della Polizia stradale. Nella sua lettera, evidenziano i due agenti, l'avv. Scaminaci parla di «apparecchio autovelox incustodito… agenti impegnati a chiacchierare amabilmente invece di controllare l'apparecchio e il traffico… pattuglia appositamente nascosta, così come l'autovelox in palese violazione delle norme». Accuse che Errera e Sparla non si sono sentiti di archiviare con una scrollata di spalle. E per questo, dopo essere rivolti ad un legale, l'avv. Vincenzo Forti, hanno steso la denuncia. Affermando che il servizio «è stato svolto nel massimo rispetto delle norme» e che le accuse sono «pretestuose». Nella querela si evidenzia che «il luogo dove viene parcheggiata l'autopattuglia e posto l'autovelox, regolarmente presegnalato, è lo stesso da oltre 15 anni». Non senza una certa ironia, ci si chiede, poi, come abbia fatto l'avv. Scaminaci, assieme alle persone che viaggiavano con lui, a sentire cosa dicevano i due agenti («amabile chiacchierata») andando alla velocità di 161 km orari.
Antonio Pizzo - La Sicilia