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19/11/2010 07:29:06

E Raffaele Lombardo fa la vittima ...

9,00 - E' un giorno importante oggi per Raffaele Lombardo. Il governatore, infatti, racconterà la verità sui particolari dell’inchiesta su mafia e politica a Catania che lo toccano così da vicino. Il segretario del Pd e il capogruppo dei democratici all’Ars hanno commentato precisando che “è doveroso e opportuno – hanno detto Lupo e Cracolici – che Lombardo, così come il Pd ha chiesto nei giorni scorsi, abbia convocato una conferenza stampa per chiarire all’opinione pubblica la sua posizione rispetto all’inchiesta della Procura di Catania”.
Proprio i democratici domani, in direzione regionale, alle 10 all'Hotel San Paolo a Palermo, faranno il punto sulla situazione e decidere se confermare o meno l'appoggio a Lombardo.

Lombardo dovrà rispondere anche alle clamorose rivelazioni che il settimanale Panorama pubblica questa settimana in un'inchiesta dal titolo "Don Raffaele e il boss".

L’inviato del settimanale di Segrate, Antonio Rossitto, ha spulciato nelle carte dell’indagine che ha portato all’arresto di 50 tra boss, gregari e colletti bianchi al servizio di Cosa nostra catanese. E ha scoperto che il governatore siciliano ha intrattenuto rapporti diretti con Raffaele Bevilacqua condannato nel 2008 all’ergastolo per avere ordinato l’uccisione di un affiliato che chiedeva il pizzo senza il suo permesso. Il primo faccia a faccia, scrive Panorama, è datato 28 aprile 2003. Bevilacqua è già un sorvegliato speciale, con cinque anni di carcere alle spalle: “Anche le pietre – racconta Rossitto – sanno chi è Bevilacqua. E lo sa pure Lombardo. Per questo, scrivono i magistrati, gli appuntamenti tra i due erano fissati di buon mattino, a dimostrazione dell’estrema prudenza di Lombardo, che sa di avere a che fare con un esponente della mafia nissena”.

L’incontro del 2003 sarebbe stato organizzato per il tramite di Salvatore Bonfirraro, un piccolo commerciante di Barrafranca ma anche, secondo il settimanale diretto da Giorgio Mulè, un affiliato a Cosa Nostra: Bonfirraro sarà arrestato nel luglio 2003, due mesi dopo aver ricevuto l’ultima telefonata di Lombardo. A febbraio del 2006 sarà condannato a tre anni e 6 mesi per associazione mafiosa. Nell’articolo di Panorama si ricostruiscono gli incontri tra Lombardo e Bevilacqua, vengono pubblicate anche alcune intercettazioni telefoniche nelle quali il governatore siciliano si lamenta proprio con Bonfirraro del mancato appoggio ad un candidato di Lombardo: “Raffaelluccio – dice il futuro governatore riferendosi a Bevilacqua – ha chiesto di votare un altro e tu stai eseguendo questa cosa”. Il contesto è quello della primavera 2003: Lombardo, già eletto all’Europarlamento, è candidato presidente alla Provincia di Catania. Ma si va alle urne in quasi tutte le province siciliane e Lombardo è un capocorrente dell’Udc. Questo spiega il suo interesse anche nella provincia ennese.

ORLANDO. “Per quanto riguarda la permanenza di Lombardo, pensiamo che non possa rimanere in carica non per profili penali che saranno accertati dai giudici, perché spetta a loro farlo (noi abbiamo rispetto degli accertamenti dei magistrati), ma bensì perché emerge un clima…un sistema di frequentazioni, anche notturne, un sistema di scambi, di affari anche complessi e ambigui che secondo me consente di affermare con forza che Lombardo non può continuare a mantenere l’incarico di presidente della Regione”. Leoluca Orlando, portavoce nazionale di Italia dei Valori, affida alle pagine del free press etneo, Sud, le valutazioni su Lombardo, sul governo regionale e sul Pd.

“La posizione del Pd – secondo Orlando – si aggrava perché si sommano due profili: il Pd che dovrebbe fare opposizione perché gli elettori così hanno stabilito e quindi il tradimento degli elettori. La seconda, la permanenza in carica del presidente della Regione, in appoggio del quale il Pd propone dei propri assessori, che vengono farisaicamente chiamati “tecnici”. Ma quando “tecnici” è il nome che si dà ai rappresentanti dei partiti è chiaro che si fa una scelta politica, perché ogni tecnico ha un partito che lo ha indicato”.
Secondo l’ex sindaco del capoluogo siciliano, la posizione di Idv è molto chiara: “noi in Sicilia, a partire dalle prossime elezioni amministrative, passando per Palermo piuttosto che per la Regione Sicilia, non intendiamo fare nessuna alleanza con il Partito Democratico, se il Partito Democratico continua a sostenere il governo Lombardo. Aggiungiamo: laddove di verifichi che nostri esponenti, faccio l’esempio di Gela, siano in giunta col Pd il quale si è alleato con l’Mpa in quella realtà locale, sono invitati dal partito a far cessare la propria posizione di presenza nella giunta. La nostra posizione è “senza se e senza ma” e fa riferimento alla realtà regionale. Con l’augurio che il nazionale del Pd si svegli, perché quello che sta accadendo oggi in Sicilia rappresenta, questo sì, la vera rottamazione del Pd in campo nazionale”.



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