Quantcast
×
 
 
18/11/2010 05:45:00

"Ecco le responsabilità di Sgarbi sui beni confiscasti al boss Miceli a Salemi"

Le due associazioni avevano avuto affidati i terreni dell'azienda «La Masseria fiorino.JPGVecchia», un fondo rustico che include un fabbricato rurale, nel dicembre 2009. L'Aias si era impegnata a realizzare un «Centro di riabilitazione fisica» mentre la «Fraternita della Misericordia» avrebbe dovuto realizzare un'azienda agricola.
Entrambe, però, non hanno mai fatto alcun uso dei beni che l'agenzia del Demanio aveva trasferito al Comune nel gennaio del 2007, senza peraltro spiegarne i motivi. Inizialmente i terreni il 16 novembre del 2007 erano stati assegnati dal Comune alla «Fondazione San Vito Onlus». Dichiara Sgarbi: "Il 14 ottobre del 2008 dalla «Fondazione San Vito» sono passati a «Slow Food», ma in entrambi i casi - e per ragioni non imputabili all'amministrazione - non si è mai proceduto alla consegna dei beniW Dopo la revoca il sindaco ha già annunciato che il Comune si farà promotore della costituzione di una cooperativa agricola cui affidare la gestione dei terreni. Nei giorni scorsi anche per discutere dell'assegnazione dei terreni di Salemi confiscati al narcotrafficante Miceli, si è tenuta una riunione in prefettura a Trapani presente il direttore generale dell'agenzia nazionale per i beni confiscati, prefetto Morcone.

 

Sulla vicenda però è intervenuto il Presidente della Fondazione San Vito Onlus, Don Francesco Fiorino, che ha puntualizzato una serie di aspetti che mettono in imbarazzo l'Amministrazione Comunale di Salemi. La Fondazione San Vito aveva manifestato già nel 2007 al Comune di Salemi e alla Prefettura di Trapani la disponibilità alla gestione del bene, chiedendo contemporaneamente di chiarire alcune questioni molto importanti e di avere il supporto costante del Comune e delle Istituzioni statali; ma purtroppo non si è arrivato a determinare nessuna cosa positivamente perché il Comune di Salemi non intendeva adoperarsi per la risoluzione delle “problematiche” inerenti al “sereno” e “costruttivo” riutilizzo sociale del bene confiscato.  Con il Prefetto Giovanni Finazzo era stata effettuata una visita del fondo e dei fabbricati rurali (che erano e sono in pessime condizioni statiche e di manutenzione) per verificare le condizioni di sicurezza e le notevoli difficoltà allora riscontrate per portare avanti qualsiasi progettualità sociale e per lo sviluppo del territorio. Il Prefetto Finazzo, accompagnato dal Comandante provinciale dei Carabinieri, constatò personalmente che altre persone - che gestivano i terreni confinanti al bene confiscato - ed utilizzavano illegittimamente i fabbricati rurali come magazzini e parte del terreno per allevare le loro pecore. Vi era quindi un problema di sicurezza e di evidente illegalità. Dichiara Fiorino: "La nostra Fondazione aveva chiesto alla precedente Amministrazione comunale di Salemi di ripristinare almeno uno dei fabbricati rurali (con la realizzazione di almeno un servizio igienico e un alloggio per i custodi della struttura) e di sostenerci con un minimo di contributo economico annuale.  Avevamo presentato al Comune di Salemi ( e per conoscenza alla Prefettura di Trapani) un progetto di sviluppo rurale e zootecnico per una consistente parte del bene (Allevamento di ovini/caprini – allevamento di suini all’aperto – seminativo grano e seminativo per alimentare gli animali). Inoltre si prospettava la possibilità che altre particelle potessero essere utilizzate per il fotovoltaico".

 

 

 

 

La nuova Amministrazione comunale “Sgarbi” comunicò a Fiorino, tramite incontro diretto con il Sindaco, che voleva destinare il bene a “Slow Food” e ad altri. Dichiara Fiorino: "La nostra delusione e amarezza fu grande. Avevamo avviato un “percorso” che era stato “inspiegabilmente” interrotto. Da allora nulla è cambiato e i 67 ettari sono stati “in mano a nessuno”, anzi, da quanto ci risulta, nella disponibilità di persone - come sopra ricordato - che non avevano e non hanno nessun titolo ad utilizzarli legalmente".

La Fondazione San Vito, infine, ha sempre collaborato con le competenti autorità (da qualche mese lo fa con fiducia, convinzione e massima disponibilità con la “nuova” Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ed i suoi qualificati responsabili) perché vi sia una reale gestione del bene confiscato, anche con altri Enti senza scopo di lucro, con Libera (siamo da quest’anno un Ente associato), cercando di coinvolgere persone del posto e per creare “posti di lavoro” sani e onesti. A Salemi "per iniziare a gestire adeguatamente “Masseria vecchia”, abbiamo più volte detto che occorreva ed occorre un congruo sostegno economico dello Stato, una adeguata protezione e vigilanza continua da parte del Corpo Forestale dello Stato e dei Carabinieri, un interesse vero, continuo e concreto da parte dell’Amministrazione comunale di Salemi". Che a quanto pare non c'è stato.