Francesco Falcone e i figli Giovanni Riccardo e Rosaria, proprietari dell'omonima cantina di via delle Rose dove nel pomeriggio dell'11 giugno 2003 persero la vita tre operai. Si trattava del castelvetranese Massimo Sciortino, di 33 anni, sposato, del campobellese Giovanni Bellafiore di 22 anni e del mazarese Vincenzo Pipitone di 38, anche lui sposato e padre di due bambini. La «Vinicola Falcone» all'epoca dei fatti trasformava il concentrato di mela in zuccheri per il settore alimentare utilizzando, secondo quanto accertato durante il processo, una struttura ed attrezzature obsolete che un tempo erano adatte alla sola concentrazione dei mosti d'uva. Sciortino, Bellafiore e Pipitone morirono per le esalazioni di idrogeno solforato sprigionatesi all'interno del sotterraneo dove avveniva, in assenza di aria, una parte della lavorazione e dove entrarono in assenza delle misure di sicurezza sul posto del lavoro.