«gruppo di responsabilità nazionale» («ma io preferirei che si chiamasse di responsabilità repubblicana»): venti deputati in grado di far ottenere la maggioranza dei voti in Parlamento anche senza l'appoggio dei finiani, garantendo dunque al premier (oggi ospite di "Porta a Porta") la possibilità di andare avanti.
UDC E MPA - Nessun nome ufficiale, però: sui presunti appartenenti a questa "lista salva-governo" sono circolate parecchie indiscrezioni. E il giorno dopo, alcuni parlamentari ci tengono a chiarire la propria posizione. «Con me nessuno dei parlamentari dell'Udc che esprimono dissenso dalla linea politica tenuta a Chianciano da Casini - afferma il segretario regionale dell'Udc Sicilia, Saverio Romano - ha mai pensato di aderire al Gruppo Nucara. Ogni attribuzione di intenzioni, di esodo dall'Udc è puramente arbitraria oltre che maliziosa: essendo impegnati in un confronto interno, attendiamo di verificare se è garantito lo spazio di discussione». «L'Mpa non farà parte di nessun 'gruppo di responsabilità nazionale' alla Camera - dichiara poi Aurelio Misiti, deputato del Movimento per le autonomie - e voterà la fiducia ai 5 punti programmatici del Pdl solo a patto che ci sia un cambio di rotta sul Sud e la sicurezza». «Vedo che oggi sulla stampa ci confondono con chi è pronto ad appoggiare il governo a prescindere - aggiunge. - Non è così, noi sosterremo la maggioranza solo se saranno adottati provvedimenti concreti per rilanciare il Meridione e assicurare la sicurezza nel Sud. In ogni caso, non siamo disposti a fare nessun gruppo, stiamo bene dove siamo».
SVP E LIB-DEM - Anche Siegfried Brugger si tira fuori: «Tagliamo subito la testa al toro: alla Camera come al Senato la Svp non cambia linea, resta fuori dai blocchi e non entrerà in maggioranza» dice il presidente dei deputati Svp, anche a nome della collega senatrice Helga Thaler: «Continueremo a votare i provvedimenti che riterremo condivisibili e a non votare quelli che non riterremo condivisibili. Ogni altra speculazione - conclude - è fuori luogo». Poco più tardi, arriva Daniela Melchiorre a smentire quello che definisce l'«arruolamento» dei tre Lib-Dem (gli altri sono il coordinatore del partito Italo Tanoni e il deputato Maurizio Grassano) nel nuovo gruppo del centrodestra. «Noi siamo un piccolo partito - sostiene la presidente dei Liberal-democratici - ma abbiamo una nostra struttura e siamo abituati a prendere le decisioni in modo collegiale. Questo non è avvenuto e non abbiamo nemmeno riunito la direzione. Lo faremo nei prossimi giorni per esaminare la situazione. Allo stato attuale posso assicurare che nessun esponente della maggioranza ci ha contattati e che le voci su un nostro 'arruolamento' sono destituite di ogni fondamento».