spostamento della terza edizione del telegiornale regionale sul digitale terrestre. Uno spostamento ancora più inammissibile considerato che in diverse regioni, e la Sicilia é tra queste, non c'é ancora stato il passaggio definitivo al digitale". "Ciò che p
iù colpisce - spiega il Cdr in una nota - è la totale assenza di pianificazione e di concertazione sindacale su scelte che vanno a modificare radicalmente l'offerta informativa della Tgr causando un black out dalle 20 alle 7 del mattino. Scelte che, tra l'altro, penalizzano gli utenti del servizio pubblico che avrebbero invece diritto a spazi maggiori per l'informazione locale e non rispondono neanche a criteri di risparmio aziendale. Ci si chiede allora quale sia il progetto editoriale visto anche che a tutto ciò si aggiunge l'assoluta mancanza di informazioni certe sul destino di rubriche e canali tra i quali anche Mediterraneo e Rai Med".
"La Rai sta compiendo scelte che penalizzano l'informazione regionale e marginalizzano le realtà locali: l'esatto contrario di quella che era stata presentata come la nuova stagione del federalismo informativo". Lo dice il Presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, a sostegno delle azioni di "resistenza" ai nuovi piani editoriali, annunciate dal sindacato dei giornalisti della sede Rai dell'isola. "Nei mesi scorsi - continua Lombardo - abbiamo manifestato ai vertici Rai la disponibilità della Regione a sostenere, dal punto di vista editoriale, la sede Rai regionale, che oltre a produrre i tg regionali, è storica redazione sia della rubrica 'Mediterraneo', che della rete 'RaiMed': la Sicilia è infatti l'unica regione a statuto speciale che non abbia ottenuto dalla Rai un contratto di servizio mirato al sostegno delle sue caratteristiche autonomistiche".
"Lo spostamento della terza edizione del Tgr sul digitale terrestre di fatto oscurerebbe, in Sicilia, una importante finestra informativa". Lo dice Antonello Cracolici, presidente del gruppo PD all'Ars. "La Sicilia - aggiunge - sarà l'ultima regione, insieme alla Calabria, ad adottare il passaggio definitivo al digitale nel 2012, è impensabile che il servizio pubblico non rispetti questo calendario. Mi auguro che prevalga il buonsenso e che la Rai riveda la propria posizione e garantisca a tutti i cittadini il diritto ad essere informati".