Da oggi e almeno fino alla prossima primavera, quando è previsto l'insediamento di tre magistrati, Ferrotti, capo della Procura, tenterà di gestire un carico di lavoro che, secondo le tabelle del Csm, dovrebbe essere affidato ameno ad altri quattro magistrati.
Da solo tenterà di smaltire gli oltre 7.000 procedimenti aperti ogni anno, di cui 2.400 a carico di "noti", oltre all’attività di udienza, di coordinamento delle investigazioni delle forze dell'ordine, e tant'altro.
La notizia dell'arrivo, in primavera, dei magistrati è trapelato due mesi fa dal Csm, nonostante il ministro Guardasigilli Angelino Alfano abbia espresso la sua contrarietà alla destinazione di magistrati appena usciti dal concorso in uffici di procura. Assegnare uditori giudiziari negli uffici di Procura è una deroga, permessa solo a causa dell'emergenza. Il procuratore Ferrotti lo scorso novembre fu protagonista di uno scontro istituzionale con Alfano. Alle richieste del capo della procura ennese Alfano rispose con un "amministrare la giustizia é compito difficile e quindi, se il procuratore non se la sente, è meglio che si goda una meritata pensione".
Ferrotti, 67 anni, 33 dei quali passati in magistratura, decise di rassegnare le dimissioni. La sua scelta rientrò solo dopo le manifestazioni di stima e solidarietà piovutegli dall'Anm e da decine di magistrati di tutta Italia. Ferrotti rimase al suo posto, con un solo sostituto in servizio, ma la situazione non si é mai risolta.