sottosegretario Alfredo Mantovano non aveva alcun diritto di firmare il provvedimento, dato che aveva già ampiamente espresso dichiarazioni contro Spatuzza, per ciò che aveva detto ai magistrati, e contro gli stessi magistrati. A far scattare la reazione di Mantovano erano state le dichiarazioni del pentito che riferivano dei rapporti che il Presidente del Consiglio SIlvio Berlusconi, il Presidente del Senato Renato Schifani e il senatore Marcello Dell'Utri avevano con la mafia.
E queste dichiarazioni hanno esercitato una forte pressione su tutti gli altri componenti della commissione: polizia, carabinieri, guardia di finanza e Direzione investigativa antimafia, che dipendono dal governo, come potevano opporsi a dichiarazioni tanto esplicite e tanto pesanti? Infatti gli unici a votare per la protezione a Spatuzza furono i due magistrati della Commissione, cioè gli unici due che non dipendono dal governo. Almeno questo sostengono i legali del pentito, che hanno tempo fino al giorno dell'udienza, che si terrà probabilmente entro fine settembre.
Adesso bisognerà vedere cosa succederà, anche se una cosa è certa: mai visto un pentito a cui il governo non vuole concedere la protezione che sia considerato affidabile da tre Procure e dalla Dia, oltre ad avere addirittura una sentenza (quella sulla condanna di chi assassinò il piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio di uno dei pentiti che parlò della strage di Capaci) che ne attesta l'affidabilità. Allora Spatuzza è affidabile per tutti, tranne per il governo?