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30/08/2010 05:10:02

Confindustria e Legacoop: espulso chi è indagato per mafia. E per i politici...?

presentato a Palermo nella facolta’ di Giurisprudenza.

 

Le nuove regole inaspriscono le sanzioni gia’ previste dalla Confindustria nel proprio statuto per gli associati che non denunciano di avere subito richieste dal racket del pizzo. Una svolta voluta dal leader degli industriali Ivan Lo Bello e fatta propria da Emma Mercegaglia, che adesso il neo presidente della Confindustria di Palermo, Alessandro Albanese, rilancia con regole ancora più ferree.

Per prevenire il fenomeno mafioso, tutelare e difendere i propri iscritti, Confindustria, Ange e Legacoop hanno deciso di integrare i rispettivi statuti con dieci nuove regole. Il decalogo prevede l’attivazione di un servizio di assistenza per le denunce e uno post-denuncia per aiutare gli imprenditori, vittime del racket delle estorsioni, che decidono di collaborare con le forze dell’ordine. Inoltre impegna le associazioni a costituirsi parte civile nei processi, dove sono presenti propri iscritti, contro gli estorsori e in quelli contro imprenditori imputati dei reati di associazione mafiosa o concorso esterno in associazione mafiosa. Il decalogo prevede poi di rendere pubblico l’elenco aggiornato degli associati e sostenere il movimento del Consumo critico di Addiopizzo, invitando le imprese ad aderire.

”Con le nuove regole che abbiamo deciso di adottare ci assumiamo una delega etica che la politica invece non vuole assumersi. E’ ora che anche la politica faccia un’operazione di chiarezza: chi e’ indagato per mafia non deve e non puo’ essere candidato”. Lo dice il presidente di Confindustria Palermo, Alessandro Albanese, che con Legacoop e gli edili di Ance, ha adottato il decalogo antimafia proposto dall’associazione antiracket Libero Futuro e da Addiopizzo. ”Da parte nostra – aggiunge Albanese, da poco eletto leader degli industriali palermitani – e’ un grande atto di coraggio da parte di una Confindustria rinata”. L’associazione, inoltre, proporra’ a tutti i propri iscritti di aderire a Consumo critico, l’iniziativa lanciata da Addiopizzo per promuovere le imprese sane che si dissociano dal racket delle estorsioni. ”Sarebbe bello – sottolinea Albanese – se anche i commercianti aderissero”.