beneficiare del maxi-condono 2002-2004. Sono gli evasori fiscali che, una volta ottenuta la sanatoria versando la prima rata del dovuto, non hanno più saldato il conto con l'Agenzia delle entrate. Come denuncia il sito dell'associazione Legalità ed equità fiscale (Lef) che ha pubblicato i d
ati, i 4,6 miliardi di euro tuttora "non pervenuti" sono la prova che il meccanismo previsto in quel condono "si sta trasformando in un ulteriore regalo per gli evasori".
Decisiva, infatti, è stata la scelta di non subordinare il condono al pagamento dell'intera somma dovuta, ma di "accontentarsi" del primo versamento in tutti i casi in cui, data l'entità delle somme dovute al fisco (superiori ai 3mila euro per le persone fisiche e ai 6mila per le società), era stata prevista la rateizzazione del debito. In sostanza, dunque, a mancare all'appello sono proprio i soldi dovuti dai maggiori evasori, cittadini o società che fossero. Il problema era già stato segnalato a novembre del 2008 dalla Corte dei conti che aveva indicato in 5,2 miliardi, il 18% dei 26 complessivi "dichiarati" dai condonati, l'importo ancora non versato a quattro anni dalla "sanatoria".
A distanza di quasi altri due anni, solo 786 milioni di euro sono stati recuperati e ciò malgrado siano state semplificate, dopo la segnalazione della Corte dei conti, le procedure per la riscossione coattiva degli importi dovuti al Fisco: ad esempio, è stato consentito al concessionario della riscossione di agire direttamente in via di espropriazione immobiliare per i debiti da condono iscritti a ruolo di importo superiore a 5.000 euro, saltando i tempi (6 mesi) previsti dalla altrimenti preliminare iscrizione di ipoteca. Nonostante ciò, quindi, a fine gennaio 2010, riporta il sito di Lef, mancavano ancora all'Erario 4,6 miliardi di euro, di cui circa 2,95 miliardi relativi a omessi versamenti (art. 9bis) e il resto (1,65 miliardi) relativo alle altre forme di condono.
L'"errore" principale dei legislatori, secondo l'associazione Lef, è stato limitarsi a stabilire procedure di recupero coattivo delle somme, anziché prevedere l'inefficacia del "perdono" per gli evasori che avessere mancato di pagare interamente l'importo stabilito per l'accesso al condono. Con questo meccanismo, chi già aveva violato la legge evadendo le tasse, ha incassato il condono sul piano tributario e penale pur senza aver chiuso i conti con il Fisco.